Espulso dalla Siria, padre Dall’Oglio accolto dai monaci nel Kurdistan iracheno
“Pregherò per la pace in Siria, nell’attesa e nella speranza di potervi tornare”.
Così padre Paolo Dall’Oglio, iniziatore della comunità monastica di Deir Mar Musa,
in Siria, ha commentato il suo trasferimento a Sulaymanya, nel Kurdistan iracheno,
dove è stato accolto nella nuova fondazione monastica di Deir Maryam el Adhra, in
seguito alla sua espulsione dal Paese. Il gesuita islamologo, nel giugno scorso aveva
dovuto lasciare la Siria dove risiedeva da oltre 30 anni, come precisa la Fides, a
causa delle sue dichiarazioni contro il governo di Assad e il 20 settembre scorso
era stato addirittura accusato da Damasco di connivenza con gruppi terroristici affini
ad al Qaeda. L’arcivescovo caldeo di Kirkuk, mons. Louis Sako, ha quindi dato il consenso
per il suo ingresso nella comunità di Sulaymanya, che sorge nel quartiere dei fabbricanti
di sapone. La città viene descritta come una città curda musulmana, al cui interno
vive una comunità cristiana formata dai cristiani originari delle montagne del nord
e da coloro che negli ultimi anni sono fuggiti da Baghdad, Mosul e dalle altre città
del sud del Paese. La nuova comunità, presso la quale il 23 novembre scorso mons.
Sako ha ordinato sacerdote frate Jens, si è detta molto grata all’arcivescovo per
l’invito a fondare una realtà monastica nell’eparchia di Kirkuk, auspicando che diventi
“ciò che lo Spirito ispirerà di farne ai vicini, agli abitanti, ai monaci, alle monache,
ai musulmani e ai visitatori che vengono a pregare davanti alla piccola icona di Maria”,
conservata nella chiesa ottocentesca della Vergine Maria che si trova presso la comunità.
(R.B.)