2012-12-10 17:53:26

Congo: appello dei vescovi per la pace nel Nord Kivu


Difesa dell’unità nazionale e intangibilità delle frontiere del Paese, come vennero stabilite al termine del processo di decolonizzazione e poi riconosciute dalla comunità internazionale il 30 giugno 1960: è quanto chiedono i vescovi della Repubblica Democratica del Congo in un messaggio redatto al termine di una riunione straordinaria dedicata alla crisi nel Nord Kivu e pubblicato dall’agenzia Fides. La situazione nella regione congolese si è aggravata il 20 novembre scorso con la conquista della città di Goma da parte dei ribelli del movimento M23, che però, in seguito, hanno progressivamente abbandonato la città e avviato negoziati con il governo di Kinshasa. I presuli sono particolarmente preoccupati per le condizioni, anche psicologiche, in cui versa la popolazione, e lanciano un appello ai negoziatori, che lavorano nella sede neutrale della capitale dell’Uganda, Kampala, affinché facciano davvero il bene della nazione, garantiscano la sicurezza e l’integrità del territorio nazionale. Parte della responsabilità dell’attuale situazione è attribuita dai vescovi ai Paesi confinanti, che spesso hanno appoggiato i vari movimenti di guerriglia, e ad alcuni politici locali, intenti a privilegiare i propri interessi egoistici. Il messaggio della Conferenza episcopale si rivolge, poi, anche alla comunità internazionale, chiedendo una revisione della missione delle Nazioni Unite in Congo, in modo che i caschi blu siano messi in grado di difendere efficacemente la popolazione civile. Infine, la solidarietà espressa al vescovo di Goma, mons. Théophile Kaboy, per la sua vicinanza alla popolazione martoriata. (R.B.)







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