Napolitano: vedremo la reazione dei mercati. Miano: no a interessi di parte
La politica italiana. Il presidente Napolitano assicura che parlerà della crisi di
governo solo tra 8 giorni. Pd e Udc definiscono un gesto di dignità e responsabilità
l’annuncio delle dimissioni del premier Monti. Il leader del Pdl Alfano afferma: siamo
un partito responsabile, faremo una campagna lontana dal populismo. Intanto però si
avvicina la data delle elezioni, mentre a Milano i vertici del Pdl discutono del candidato
alle regionali. Cecilia Seppia
Dopo
l’annuncio del premier Monti, sfiduciato dal Pdl, di rassegnare le dimissioni una
volta approvata la legge di stabilità, il capo dello stato Napolitano non nasconde
preoccupazione per i mercati: vedremo cosa faranno lunedì, afferma, poi assicura:
parlerò tra 8 giorni alla cerimonia per i saluti alle alte cariche e lì farò le mie
valutazioni. Di fronte all’irresponsabilità della destra dice il segretario del Pd
Bersani, Monti ha risposto con un atto di dignità. Dello stesso parere il leader Udc
Casini che affonda: c’è una massa moderata di italiani che non vuole rassegnarsi al
populismo, targato Berlusconi. Duro il commento del presidente della Camera Fini:
Berlusconi dice di essere sceso in campo per vincere, in realtà sa che ha già perso.
Smorza i toni usati in questi giorni il segretario del Pdl Alfano che garantisce:
consentiremo prima l’approvazione della legge di Bilancio e del decreto Ilva. Di fatto
la crisi di governo accelera la data delle elezioni, addirittura a febbraio, ma d’altra
parte per il Cavaliere bisogna andare avanti perché ha detto stamattina: “la politica
di austerità di questo esecutivo ha fatto solo danni”. Di altro avviso il deputato
del Pd Farinone, vicepresidente della Commissione Affari Europei. “Le prime reazioni
dell’Europa - afferma- confermano quanto previsto: la caduta del governo Monti e l’atteggiamento
di Berlusconi sono un fattore negativo per l’immagine dell’Italia a livello continentale”.
Sulle dìmissioni di Monti e sulla crisi, Alessandro Guarasci ha
sentito il presidente dell’Azione Cattolica, Franco Miano
R. - C‘è
rammarico perché ancora si poteva lavorare a stabilizzare la situazione per poi preparare
le elezioni e fare una nuova legge elettorale. Bisogna lasciare il più possibile fuori
gli elementi di interesse di parte che ormai non sono più reggibili nel nostro paese.
Serve veramente uno sforzo per pensare al bene del paese e al bene le persone.
D.
- L’atteggiamento di Monti come le è sembrato?
R. - Mi sembra conseguente rispetto
all’interpretazione della crisi che si è aperta.
D.- La crisi è stata aperta
da Berlusconi e dal Pdl. Lei come giudica questo?
R. - Bisogna mettere avanti
gli interessi del Paese, interessi pressanti.
D. - Che cosa bisognava fare
in questo fine legislatura?
R. - Le condizioni di vita degli italiani sono
l’obiettivo primario di una politica che conti veramente. Ma si potevano anche preparare
una serie di provvedimenti legati alle caratteristiche dei futuri eletti, mi riferisco
all’incandidabilità per far sì che il nuovo Parlamento sia veramente significativo
e abbia a cuore il bene comune.