Il cardinale Bertone inaugura a Lecce la Casa della carità
Solenne inaugurazione a Lecce alla presenza del Segretario di Stato Vaticano, cardinale
Tarcisio Bertone, della “Casa della Solidarietà”, una nuova struttura cittadina dedicata
all’assistenza dei più poveri. Gestita dalla Caritas diocesana e ricavata in un immobile
completamente ristrutturato, la “Casa della solidarietà'” nasce dal desiderio dell’arcivescovo
metropolita di Lecce, mons. Domenico Umberto D’Ambrosio, di stringersi ancora
di più accanto ai fratelli bisognosi. Federico Piana lo ha intervistato:
R. - Ci sarà
un servizio di prima accoglienza, con una disponibilità di circa 24 posti letto per
tutti i nostri fratelli che arrivano qui; ci sarà poi un servizio mensa e distribuiremo
non solo il pranzo, ma anche la cena; ci sarà un servizio docce e un centro di distribuzione
di viveri e anche di vestiario; ci sarà un piccolo ambulatorio medico e forniremo
anche una consulenza legale. Questi, più o meno, saranno i servizi che offriremo.
La Casa sarà gestita dalla Caritas diocesana, alla quale aderiscono già tantissimi
volontari pronti a dare la loro disponibilità, il loro tempo, la loro professionalità.
Abbiamo anche una convenzione, un comodato, con l’Asl di Lecce e di questo sono grato
al direttore generale dell’Asl, che ha messo a disposizione servizi e specializzazioni,
che ci permetteranno di cogliere ogni evenienza, ogni bisogno, ogni richiesta di specializzazione.
D. - Perché è importante la carità, soprattutto in questo momento storico
particolare, e quando la crisi economica 'morde' anche il bilancio delle famiglie?
R.
- Credo che la carità sia importante sempre! E’ il fiore all’occhiello del nostro
essere cristiani: “Amatevi come io vi ho amato”. Non c’è amore più grande di chi dà
la vita. Certamente oggi, in una situazione in cui si assottigliano - sempre più -
i fili della speranza e di garanzie per le famiglie, i gesti di carità - come questi,
ma come tantissimi altri - vanno a sottolineare la delicatezza dell’amore con cui
i cristiani si fanno 'prossimo', si fanno 'buon samaritano' per i tanti che giacciono
ai lati delle strade, vivendo magari anche una povertà nascosta, che non vogliono
manifestare, ma che morde la loro esistenza, la vita delle loro famiglie: bussano
al cuore della Chiesa che, come fosse un porto, accoglie fra le sue braccia tutti
coloro che hanno bisogno.
D. - A Lecce, qual è la situazione dal punto di
vista anche della crisi?
R. - Anche Lecce sta soffrendo. Non siamo diversi
dagli altri, anche se per certi aspetti - anche se solo apparentemente - potrebbe
sembrare che la crisi qui non abbia le dimensioni che ha assunto altrove. Noi riusciamo
ad avere il termometro della situazione reale, vedendo quanti afferiscono alle nostre
mense, ai nostri servizi. E questo è anche quanto emerge da uno studio sulle povertà
realizzato lo scorso anno dalla Caritas e che presenta anche per questo anno. Due
anni fa, il 30 per cento dei poveri che si rivolgevano a noi erano italiani, salentini
o leccesi, mentre il restante 70 per cento erano immigrati ed extracomunitari; adesso,
invece, il 40 per cento di quanti vengono a tendere la mano a noi è composto da italiani
e il 60 per cento da immigrati e extracomunitari.