Egitto, Mursi ritira decreto sui poteri speciali, non il referendum: continuano le
proteste
In Egitto, il presidente Mohamed Mursi, da giorni oggetto di contestazioni di piazza
da parte dell’opposizione, ha deciso di ritirare il decreto con cui, alla fine di
novembre, si era attribuito poteri straordinari. Il capo dello Stato egiziano, esponente
dei Fratelli musulmani, ha però finora rifiutato di rinviare il referendum sulla Costituzione
previsto per il 15 dicembre, come invece chiedono i manifestanti. Il servizio di Davide
Maggiore:
L’annuncio è
arrivato nella notte: un nuovo decreto presidenziale ha cancellato il provvedimento
con cui Mursi rendeva inappellabili le sue decisioni. Il presidente ha fatto anche
altre aperture in seguito al vertice definito “di dialogo nazionale”, ma a cui ha
partecipato, oltre agli esponenti dei movimenti islamici, solo un piccolo partito
d’opposizione. Alcune proposte di modifica alla Costituzione potranno essere prese
in esame, ma dopo che si sarà insediato un nuovo Parlamento. Questo passaggio, a sua
volta, richiede che si svolga il referendum costituzionale: secondo le autorità, ragioni
legali ne rendono impossibile il rinvio. Una scelta simile “peggiora la situazione”,
è stato il primo commento di uno dei portavoce del Fronte di Salvezza Nazionale, la
coalizione formata dai principali oppositori. Il Fronte ha inoltre invitato i suoi
sostenitori a continuare oggi le proteste contro il progetto di Costituzione che,
secondo il leader del movimento Mohamed El Baradei, “limita i diritti e le libertà”.
Intanto, i militari continuano a presidiare il Palazzo presidenziale, e alcuni aerei
caccia hanno sorvolato a bassa quota Il Cairo nella mattinata. Ieri l’Esercito aveva
invitato tutte le parti al dialogo, sottolineando come l’alternativa per il Paese
fosse “un disastro”.