Italia: l'impegno della Caritas in favore dei "nuovi poveri"
La crisi economica nei Paesi dell’Unione europea, tra cui l’Italia, ha determinato
l’aumento dei fenomeni di impoverimento, interessando anche le classi medie. Secondo
l’ultimo rapporto Caritas 2012, le persone che si sono rivolte ai centri di ascolto
presenti in tutte le diocesi italiane, sono in maggioranza stranieri - il 70,7% -
insieme ad un 28,9% di italiani. Si parla di "nuovi poveri" che vivono in condizioni
di fragilità e la presenza nelle strutture Caritas di pensionati e casalinghe è ormai
una regola. Alessandro Filippelli ne ha parlato con Francesco Marsico,
vicedirettore di Caritas Italiana:
R. – Le Caritas
stanno facendo il possibile per dare innanzitutto una mano alle famiglie in difficoltà
e, ovviamente, offrono l’ascolto e l’accompagnamento per trovare soluzioni alle proprie
condizioni di fatica.
D. – La crisi economica in Europa ha inciso sulle classi
medie. E’ possibile parlare di nuovi poveri?
R. – E’ una forma nuova
di povertà che è chiaramente legata soprattutto alla situazione economica; di sicuro
ci sono nuovi ceti che vivono condizioni di fragilità personale e familiare, che vanno
aiutati in questo senso a trovare soluzioni che non riguardano soltanto un aiuto di
assistenza immediato, ma una prospettiva personale e familiare di riscatto, di promozione.
C’è necessità di uno sforzo collettivo delle comunità cristiane da una parte, della
società civile, ma anche e soprattutto sul piano istituzionale. Di sicuro esiste un’emergenza
che si concentra sulle famiglie: vuoi perché hanno perso il lavoro, vuoi perché hanno
redditi bassi e si rivolgono alla rete di aiuto per uscire fuori dalla loro condizione.
D.
– Quali sono le prospettive per il 2013?
R. – Purtroppo, il 2013 non sarà un
anno facile e quindi tutto quello che è possibile mettere in campo in termini di risorse
e impegno comune, va fatto proprio per non lasciare indietro nessuno, e sviluppare
– a partire da questo – anche un’idea di bene comune che, partendo dai bisogni dei
più poveri, possa in qualche modo ricostruire il tessuto e la coesione sociale di
questo Paese.