2012-12-08 08:26:56

In mostra a Roma, Vermeer e il secolo d'oro dell'arte olandese


Resterà aperta fino al prossimo 20 gennaio la mostra alle Scuderie del Quirinale “Vermeer. Il secolo d’oro dell’arte olandese”. L’esposizione, che presenta una preziosa selezione di capolavori del Maestro di Delft e circa cinquanta opere dei pittori olandesi del Seicento, è la prima nel suo genere mai organizzata in Italia. Il servizio è di Paolo Ondarza:RealAudioMP3

Una pittura intima, privata, specchio di un mondo silente e operoso quella di Johannes Vermeer, maestro olandese del Seicento la cui produzione, per quanto esigua – 40 quadri in circa 25 anni di attività - e di piccolo formato, ha lasciato un segno indelebile nella Storia dell’Arte. La mostra romana ne ripercorre l’intero itinerario poetico: dal vedutismo alla pittura di interni, fino alla rarissima rappresentazione di soggetti sacri. Un tema quest’ultimo poco conosciuto e legato alla conversione del pittore al cattolicesimo, avvenuta dopo il matrimonio: svolta che i biografi, finora per lo più olandesi e anglosassoni, hanno sempre letto come dettata da motivi di bassa convenienza a causa dell’indigenza del pittore. Non la pensa così, invece, la curatrice della mostra delle Scuderie del Quirinale, Sandrina Bandera:

“I cattolici conducevano una vita molto difficile. Dovevano stare non proprio segregati, ma quasi. Quindi non credo che la sua sia stata una scelta motivata esclusivamente dal desiderio di cambiare gruppo sociale; ci poteva essere l’affetto per la moglie – spesso rappresentata nei suoi quadri – o forse l'interesse per una visione religiosa diversa dalla sua. Sta di fatto che i temi di Vermeer sono profondamente attenti alla visione morale ed etica”.

Lentissimo nel dipingere, poco attento ai guadagni, ma richiestissimo dai committenti, mercanti, panettieri e birrai, che con le sue opere volevano abbellire le loro abitazioni, Vermeer, pur attento osservatore della realtà, genera una pittura evocativa e quindi contemplativa. Ancora Bandera:

“Vermeer non rappresenta ma evoca. È come leggere una poesia. Sono quadri asciutti, essenziali. Chiunque si intenda di pittura sa benissimo che un quadro tanto è più contemplativo quanto più l’immagine è asciutta, concentrata”.

Il blu e il rosso, il giallo in tonalità accese illuminate dalla fredda luce del nord caratterizzano la pittura di Vermeer. Capolavoro indiscusso la "Ragazza con il cappello rosso" della National Gallery of Art di Washington:

“Ne La Ragazza con il cappello rosso, c’è una grande attenzione a capire i sentimenti di questa ragazza senza voler far parte del quadro, come se Vermeer si limitasse ad essere il più possibile obiettivo davanti alla freschezza di questa fanciulla, rappresentando l’attimo fuggente della luce… Questo è un aspetto che definirei una ricerca di eticità da parte dell’artista”.

Un’occasione imperdibile, la prima in Italia, quella offerta dalla Mostra delle Scuderie del Quirinale per conoscere Vermeer e il suo rapporto con la pittura olandese a lui contemporanea.







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