Filippine: proclamato lo stato di calamità per il tifone "Bopha"
Torna l’allarme tifone nelle Filippine, devastate appena quattro giorni fa da "Bopha",
la più potente tempesta tropicale degli ultimi anni, che, stando al servizio meteorologico
locale, si starebbe dirigendo nuovamente verso l’arcipelago, stavolta verso il Nord
e verso l’isola di Luzon, la più grande, in cui si trova anche la capitale Manila.
Il tifone, con venti che soffiano fino a 160 km orari, ha già messo in ginocchio il
Sud del Paese, insistendo soprattutto sull’isola di Mindanao, in cui ha distrutto
diecimila ettari di piantagioni di banane, di cui le Filippine sono il terzo esportatore
mondiale. Il bilancio, ancora provvisorio, delle vittime, secondo l’ultimo bollettino
emesso oggi dalle autorità competenti, è di almeno 500 morti e oltre 530 dispersi,
che vengono cercati in queste ore con ogni mezzo a disposizione. La maggior parte
delle vittime - ricordate dal Papa nel corso dell'Angelus - erano poveri, immigrati
nella zona per lavorare nelle miniere d’oro che, al passaggio del tifone, si sono
trasformate drammaticamente in tombe. Circa 300 mila, inoltre, sono le persone rimaste
senza casa e attualmente ospitate nei centri di prima accoglienza, mentre circa 150mila
sono le persone rimaste isolate in seguito al crollo di ponti o strade. Proprio oggi,
anche in base alle previsioni meteo, il presidente Benigno Aquino, ha proclamato lo
stato di calamità nazionale che consente di calmierare i prezzi dei generi alimentari
e alle autorità locali di utilizzare i fondi riservati a tali catastrofi per le operazioni
di soccorso. Ogni anno le Filippine, che hanno una popolazione di 90 milioni di abitanti,
vengono colpite da una ventina di tempeste o tifoni, soprattutto durante la stagione
delle piogge. (R.B.)