2012-12-08 10:18:32

Asia Bibi dal carcere: chiedo solo di tornare dai miei figli


Un testo commovente, una testimonianza straordinaria di fede e amore. Il quotidiano “Avvenire” pubblica oggi, in prima pagina, una lettera di Asia Bibi, in carcere in Pakistan dal giugno del 2009 con l’accusa di blasfemia contro Maometto. Un’accusa per la quale è stata condannata a morte mediante impiccagione. Il quotidiano dei vescovi italiani pubblica anche un’intervista ad Ashiq Masih, marito di Asia Bibi, che afferma: “Non perde la speranza, sa di essere in cella solo per il suo credo”. Il prossimo 15 dicembre, il marito di Asia riceverà a suo nome il premio della Piattaforma civica spagnola “HazteOir”, “Fatti sentire”. Nel servizio di Alessandro Gisotti, ascoltiamo alcuni passaggi della lettera di Asia Bibi:RealAudioMP3

“Mi chiamo Asia Noreen Bibi. Scrivo agli uomini e alle donne di buona volontà dalla mia cella senza finestre”. Inizia così la lettera di Asia, che riguardo alla sua vicenda scrive: “Il mio unico delitto, in questo mio grande Paese che amo tanto, è di essere cattolica”. La donna cristiana chiede di pregare affinché possa “recuperare la libertà e tornare” dalla sua famiglia, da suo marito e dai suoi 5 figli, che le mancano tanto. “Voglio soltanto tornare da loro – afferma Asia – vedere il loro sorriso e riportare la serenità. Stanno soffrendo a causa mia, perché sanno che sono in prigione senza giustizia. E temono per la mia vita”.

Asia racconta poi che un giudice, un giorno, è entrato nella sua cella e, dopo averla “condannata a una morte orribile”, le ha offerto “la revoca della sentenza” se si fosse convertita all’islam. “Io – scrive – l’ho ringraziato di cuore per la sua proposta, ma gli ho risposto con tutta onestà che preferisco morire da cristiana che uscire dal carcere da musulmana”. E aggiunge le parole che ha rivolto al giudice: “Sono stata condannata perché cristiana. Credo in Dio e nel suo grande amore. Se lei mi ha condannata a morte perché amo Dio, sarò orgogliosa di sacrificare la mia vita per Lui”. Asia Bibi ricorda quindi il governatore musulmano del Punjab, Salman Taseer, e il ministro cristiano Shahabaz Bhatti, entrambi uccisi per aver chiesto giustizia e libertà per lei. “Mi chiedo – si domanda – quante altre persone debbano morire a causa della giustizia” e prega “in ogni momento perché Dio misericordioso illumini il giudizio delle nostre autorità e le leggi ristabiliscano l’antica armonia che ha sempre regnato fra persone di differenti religioni” in Pakistan. E soggiunge: “Credo che la libertà di coscienza sia uno dei tesori più preziosi che il nostro Creatore ci ha dato, un tesoro che dobbiamo proteggere”.

Asia afferma poi di aver “provato una grande emozione” quando ha saputo che il Santo Padre era intervenuto a suo favore. “Dio mi permetta di vivere abbastanza - è il suo auspicio - per andare in pellegrinaggio fino a Roma e, se possibile, ringraziarlo personalmente”. Penso alla mia famiglia, conclude Asia, “lo faccio in ogni momento. Vivo con il ricordo di mio marito e dei miei figli e chiedo a Dio misericordioso che mi permetta di tornare da loro”.







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