Mons. Andreatta: costuiremo chiese e cappelle nei centri commerciali di Roma
Permettere ai dipendenti e ai clienti di non dimenticare la Messa domenicale, durante
lo shopping del weekend. È questo lo scopo della diocesi di Roma che ha l’intenzione
di allestire cappelle e chiese all’interno dei centri commerciali. L’iniziativa –
di cui riferisce Zenit – è stata annunciata da mons. Liberio Andreatta, vicepresidente
dell’Opera Romana Pellegrinaggi e direttore dell’Ufficio per l’Edilizia del Culto
del Vicariato di Roma, a margine della conferenza stampa di presentazione del progetto
"Scrinium". All’interno del centro commerciale Euroma 2 sorgerà una vera e propria
chiesa, mentre altri luoghi di culto sono previsti in strutture simili. “Ogni sabato
e domenica a Euroma 2 transitano 55 mila persone – ha dichiarato mons. Andreatta –
Almeno duemila persone vivono nei grattacieli intorno, in più vi sono tremila dipendenti.
Chi dà loro l’opportunità il sabato o la domenica di andare a Messa prima o dopo il
turno lavorativo? Per questo abbiamo ritenuto opportuno creare uno spazio di evangelizzazione”.
A fare strada alla costruzione delle suddette chiese e cappelle, c’è un lavoro pastorale
che si concretizzerà, fra le altre cose, nella celebrazione di una messa prenatalizia
in un centro commerciale romano, presieduta dallo stesso mons. Andreatta. Se un tempo
la domenica era il giorno dedicato al Signore, oggi la pratica religiosa, anche nel
giorno a Lui consacrato, lascia il posto allo sport, allo shopping, al tempo libero.
È necessario, quindi, che la Chiesa si rechi nei luoghi dove si incontra l’uomo di
oggi, ha spiegato il responsabile dell’edilizia religiosa del Vicariato di Roma. Il
progetto del Vicariato di Roma, al momento della sua ideazione, avrebbe destato qualche
iniziale perplessità. “Qualcuno mi ha detto: ma come, monsignore, va a fare una chiesa
dentro il tempio del consumismo? – ha affermato Andreatta – Eppure Gesù quando andò
ad evangelizzare proprio nel Tempio che era diventato luogo di mercanti…”. Edificare
luoghi di culto all’interno di centri commerciali è quindi, secondo mons. Andreatta,
una forma di garbata “contestazione” della civiltà dei consumi. “Come contestiamo?
Mettendo nel loro cuore una presenza rispettosa, silenziosa, discreta e concreta”,
ha detto. Si tratta di una forma di confronto con una mentalità diversa. Così come
da decenni si parla di dialogo interreligioso, è opportuno che esista un dialogo anche
con il mondo degli affari, anche a costo di entrare in disaccordo con i datori di
lavoro e con i titolari degli esercizi commerciali. “Il messaggio di Gesù è contro
il consumismo ma non è un messaggio violento, anzi è un messaggio di pace – ha proseguito
mons. Andreatta – Il fatto che io mi trovi ‘dentro’ un centro commerciale non vuol
dire che io ne condivida tutto quello che si fa”. La presenza del Santissimo Sacramento
nei centri commerciali vuole anche essere una risposta alla “solitudine” e alla “disperazione”
dell’uomo d’oggi. In un tempo in cui “sono crollati i punti di riferimento ideologici,
economici, culturali” e in cui con impressionante facilità “è possibile comunicare
con gli antipodi del globo”, l’uomo “non è mai stato solo come oggi, quindi questa
solitudine va riempita”, ha poi concluso mons. Andreatta. (M.G.)