Usa. Il vescovo di Atlanta: “La difesa degli immigrati è evangelizzazione”
L'arcivescovo di Atlanta, nel Nord della Georgia, ha chiesto per l'ennesima volta
una riforma integrale dell'immigrazione. Secondo le informazioni inviate all’agenzia
Fides, mons. Wilton Gregory pur congratulandosi con l'amministrazione Obama per l'offerta
di permessi di lavoro ad alcuni immigrati clandestini e di due anni di sospensione
dell’espulsione, ha detto che tuttavia si dovrebbe fare di più. "Per alcuni questo
programma può essere di aiuto, ma dobbiamo continuare a sostenere una riforma integrale,
che crei delle opportunità per molti di più, in particolare per le famiglie e per
coloro che vivono già qui, lavorando a beneficio di questo paese - ha detto Mons.
Gregory -. Ciò è particolarmente vero oggi, come abbiamo anche visto dal numero record
di deportazioni e separazioni familiari nel corso degli ultimi anni". L'arcivescovo
ha parlato nella sessione inaugurale del convegno dal titolo “Migration Policy and
Advocacy in 2013 and Beyond: New Challenges and New Opportunities”. L'arcidiocesi
di Atlanta rappresenta circa 69 contee del Nord e Centro della Georgia, dove vivono
un milione di cattolici. Sponsorizzato dalla Conferenza episcopale degli Stati Uniti
e dalla rete cattolica sull'immigrazione legale, il convegno si è tenuto dal 3 al
5 dicembre ad Atlanta, proprio mentre il Presidente Obama si sta impegnando ad affrontare
la questione dell'immigrazione all'inizio del suo secondo mandato. I sondaggi hanno
mostrato che Obama ha raccolto buona parte dei voti degli ispanici per la sua rielezione.
Allo stesso tempo è stato oggetto di forti critiche da parte degli stessi ispanici
per i numeri record di espulsioni durante la sua amministrazione e per non aver riformato
le leggi sull'immigrazione del Paese. "La difesa degli immigrati è evangelizzazione
nella misura in cui si condividono gli insegnamenti del Vangelo sulla dignità umana
e le necessità degli altri, molti devono ancora riconoscere Cristo in questi fratelli
e sorelle" ha concluso mons. Gregory nel suo lungo intervento. (R.P.)