2012-12-06 13:52:57

Svizzera: conclusa la Plenaria dei vescovi su ecumenismo e tutela della vita


Dare priorità alla tutela della vita umana, rilanciare l’urgenza dell’ecumenismo, porre attenzione alla solidarietà finanziaria, riflettere sulla nuova evangelizzazione: sono state queste le linee-guida della Plenaria dei vescovi svizzeri (Ces) svoltasi dal 3 al 5 dicembre a Fischingen. Nel documento finale pubblicato al termine dei lavori, si ribadisce innanzitutto che “la Chiesa cattolica ha come priorità la tutela della vita e si impegna contro l’accettazione generalizzata dell’interruzione di gravidanza”. Alla base di ciò, spiega la nota, ci sono “motivi di diritto naturale e motivi religiosi”: la Chiesa, infatti, “considera l’aborto come un peccato grave che comporta danni permanenti sia ai diretti interessati che alla società”. L’omicidio “di un bambino non ancora nato”, continua la Ces, “non costituisce mai, umanamente parlando, una buona soluzione ad una situazione di difficoltà”. In questo senso, i vescovi svizzeri auspicano “un cambiamento di mentalità dei cittadini e sostengono con tutte le loro forze coloro che si impegnano nella tutela della vita, dal concepimento fino alla morte naturale”. I presuli elvetici, poi, si soffermano sull’iniziativa popolare “Finanziare l’aborto è una questione privata”: lanciata nel luglio 2011, essa chiede che le compagnie assicurative sanitarie obbligatorie non coprano più le spese per gli interventi abortivi. Nello specifico, la Ces giudica tale iniziativa “positiva” perché “combatte la normalità istituzionale dell’aborto”; tuttavia, i presuli mettono in luce che “la discussione sul piano finanziario non è sufficiente”, perché ciò che occorre è “innanzitutto lottare per i diritti delle donne incinte in difficoltà e per i diritti dei loro figli”, considerando anche che “l’interruzione di gravidanza è un’esperienza traumatica”. L’appello della Chiesa svizzera, dunque, è che “la società prenda le parti dei bambini non ancora nati e aiuti delle donne incinte in difficoltà, affinché per loro l’aborto non sia più una scelta”. Altro punto in esame durante la Plenaria è stato quello dell’ecumenismo, del quale i presuli sottolineano l’urgenza: in particolare, dopo un incontro con il Pastore Gottfried Locher, presidente del Consiglio della Federazione delle Chiese protestanti di Svizzera, i vescovi elvetici hanno affrontato la questione della perdita d’importanza del cristianesimo nella società attuale ed hanno richiamato la necessità di un cammino ecumenico che non sia solo “unità nella diversità”, ma anche “vera ricostruzione dell’unità in una sola Chiesa”. Quindi, l’Assemblea dei vescovi elvetici ha riflettuto su un’altra particolare questione, denominata “Iniziativa delle parrocchie”, i cui firmatari lanciano una sorta di “appello alla disobbedienza” sulla base di quelle che chiamano “evidenze”, ovvero prassi abitudinarie nella vita parrocchiale, come la distribuzione della comunione ai divorziati risposati. Tuttavia, pur considerando molto seriamente i problemi sollevati dall’iniziativa, la Ces afferma di non poterli accettare come “evidenze” e ricorda che “l’unità con il Papa resta decisiva”. “Una pratica pastorale in contraddizione con la dottrina della Chiesa e le direttive dei vescovi conduce ad un’impasse”, si legge nel documento episcopale. E ancora: durante la Plenaria i presuli hanno richiamato il principio di solidarietà e collaborazione finanziaria tra gli organismi della Chiesa, così come l’importanza della nuova evangelizzazione, sulla scia del 13.mo Sinodo generale svoltosi ad ottobre, il quale e che ha ribadito che “nel mondo, oggi, c’è una notevole presa di coscienza del fatto che il Vangelo debba essere annunciato senza sosta e in condizioni sempre nuove e che la Chiesa non può permettersi di non evangelizzare”. Infine, la Ces ha dato disposizioni per la revisione delle traduzioni della Bibbia sia in francese che in tedesco. (I.P.)







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