Jrs Europa: fermare i rimpatri forzati in Marocco e Algeria
“In Marocco e Algeria stanno aumentando i rimpatri forzati e le violazioni dei diritti
umani dei migranti”: è la forte denuncia all’Unione europea contenuta nel rapporto,
presentato ieri a Bruxelles, del Jesuit Refugee Service Europa. “La mancanza di una
legge sull‘asilo in entrambi i Paesi - si legge nel rapporto ripreso dall'agenzia
Sir - non permette ai migranti forzati di accedere allo status di rifugiato. Continua
l‘abuso dei diritti dei migranti anche perché l‘Unione europea, troppo spesso, si
gira a guardare dall‘altra parte”. "Per anni l‘Ue ha chiesto al Marocco di rimandare
indietro i migranti senza garantire alcun tipo di procedura per identificare le persone
che hanno bisogno di protezione umanitaria - spiega Andrew Galea Debono, di Jrs Europa
-. In Algeria, dove molti migranti rimangono intrappolati senza protezione, molti
sono costretti a chiedere l‘elemosina per strada e a vivere in edifici abbandonati”.
Nel rapporto è raccontata la storia straziante di Armel, 37 anni, camerunese: nuotava
di notte a due km dalla costa del Marocco, vicino all‘enclave spagnola di Ceuta, tirando
con sé un grosso pneumatico con una donna incinta. Erano ancora lontani dalla riva
quando il pneumatico si è forato e la donna ha perso conoscenza. Una imbarcazione
della Guardia Civil spagnola, invece di aiutarli, li ha gettati di nuovo in mare.
Sono stati salvati dalla polizia marocchina, ma la donna ha perso il bambino. Galea
Debono ha parlato con molti migranti, più volte espulsi verso il deserto sia dal Marocco,
sia dall’Algeria, senza verificare se abbiano diritto o meno allo status di rifugiato.
“Anche quelli con visto legale - denuncia - sono stati espulsi alla frontiera solo
per il colore della loro pelle”. Alcune Ong marocchine hanno detto a Jrs Europa che
le deportazioni sono notevolmente aumentate dall‘inizio del 2012. "Spesso ai migranti
vengono sottratti i telefoni cellulari, privandoli così della possibilità di comunicare
con le famiglie - racconta Galea Debono -. Nel frattempo, bande locali e persino agenti
di polizia approfittano dei migranti vulnerabili rimasti bloccati su entrambi i lati
del confine marocchino-algerino". Per questo Jrs Europa chiede all‘Ue e ai suoi Stati
membri di “interrompere i rimpatri forzati” e garantire l‘accesso alle procedure umanitarie
per la protezione dei diritti umani dei migranti, che dovrebbero essere “prioritarie
rispetto a tutti gli accordi bilaterali con il Marocco e l‘Algeria”. "E’ chiaro che
né l‘Algeria né il Marocco possono essere considerati un luogo sicuro per i migranti
in cerca di protezione", afferma Stefan Kessler, di Jrs Europa: invece di scaricare
su altri le responsabilità, sottolinea, “l’Europa dovrebbe dare l’esempio e dimostrare,
nei rapporti con i Paesi terzi, che i diritti umani sono un elemento non negoziabile”.
(R.P.)