2012-12-05 14:40:06

Quasi 300 morti nel Sud delle Filippine per il tifone Bopha


Bopha, il piu' intenso tifone dell'anno nelle Filippine, ha causato al suo passaggio almeno 283 morti e 300 dispersi nell'isola meridionale di Mindanao. La tempesta ora si sposta verso la Cina, lasciando la devastazione nelle province più colpite di Compostela Valley e Davao Oriental. ''Intere famiglie sono state spazzate via'', ha detto il ministro degli interni e alto è il rischio di epidemie. Fausta Speranza ha raggiunto telefonicamente a Manila padre Gianni Re, superiore dei missionari del Pontificio Istituto Missioni Estere nelle Filippine:RealAudioMP3

R. – Purtroppo, è grave la situazione del Nord-Est di Mindanao e di alcune zone della parte centrale delle Filippine. Le isole centrali sono state colpite duramente da questo tifone, che fin dall’inizio era previsto fosse un "super tifone". Dicevano, ed è stato confermato, che sarebbe stato il tifone più disastroso, il più grosso, il più forte di quest’anno.

D. – Se era stato previsto, sono state prese delle misure di sicurezza? Non sono state sufficienti oppure è stato sottovalutato il pericolo?

R. – Erano state prese, nei giorni scorsi, diverse misure di sicurezza. Avevano preparato anche gruppi per intervenire in caso di bisogno. Effettivamente, però, in alcuni casi, e soprattutto in alcune zone, sono stati presi di sorpresa, tanto che anche alcuni gruppi incaricati per soccorrere eventuali famiglie o individui nel bisogno sono stati feriti e qualcuno di loro è morto. Improvvisamente, infatti, in alcune zone ci sono state frane, soprattutto di terriccio, e questo ha creato parecchi problemi.

D. – Quali sono le necessità della popolazione? Cosa pensate di poter fare per prestare aiuto?

R. – Quello che stanno chiedendo adesso sono anzitutto beni di prima necessità: cibo, acqua, vestiario. Questi sono bisogni immediati nei centri di evacuazione. C’è da dire, però, che purtroppo i danni causati da questo tifone hanno colpito anche le infrastrutture e quindi diversi villaggi, diversi Paesi sono ancora isolati. Di conseguenza non si può ancora sapere completamente e fino in fondo quali sono i bisogni reali di queste persone. In questo momento chiedono soprattutto cose di prima necessità, per soccorrere coloro che sono nei centri di evacuazione, i feriti, e per eventualmente aiutare le prime famiglie che possono o vogliono rientrare nelle loro case... in quello che è rimasto delle loro case. Noi come gruppo religioso non lavoriamo direttamente in quella zona: ci troviamo in altre zone di Mindanao, ma non in quelle colpite dal tifone. Quello che in genere facciamo è cercare di cooperare con la Chiesa locale, soprattutto attraverso la Caritas. Quindi, probabilmente la Caritas di quelle zone, i vescovi di quelle zone, faranno sapere che tipo di intervento, che tipo di aiuto potremo dare.







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