Il Papa all’udienza generale: Dio ci chiama a portare nel mondo il suo progetto d’amore
All’udienza generale in Aula Paolo VI, prima dell’appello di pace per il Congo, il
Papa si è soffermato, nella sua catechesi, sul progetto di amore che Dio ha per tutti
gli uomini. Un disegno, ha sottolineato Benedetto XVI, che viene rivelato in pienezza
da Cristo e che cambia totalmente la nostra vita. Quindi, ha invitato i fedeli, specie
nel periodo di Avvento, a mettere in pratica il piano d’amore di Dio. Il servizio
di Alessandro Gisotti:
“L’Avvento
– ha detto il Papa – ci invita ancora una volta, in mezzo a tante difficoltà, a rinnovare
la certezza che Dio è presente”. Egli, ha soggiunto parlando ai fedeli in Aula Paolo
VI, “è entrato nel mondo facendosi uomo come noi, per portare a pienezza il suo piano
d’amore”:
“E Dio chiede che anche noi diventiamo segno della sua azione
nel mondo. Attraverso la nostra fede, la nostra speranza, la nostra carità. Egli
vuole entrare nel mondo sempre di nuovo e vuol sempre di nuovo far risplendere la
sua luce nella nostra notte”.
La catechesi del Papa si è proprio sviluppata
sul “progetto di Dio nei confronti dell’uomo”, sul suo “disegno di benevolenza”, “di
misericordia e di amore”. L’uomo e la donna, ha osservato, non sono frutto del caso
ma rispondono “ad un disegno di benevolenza della ragione eterna di Dio”. Ecco allora
che, proprio in questo tempo forte dell’Avvento, vediamo che questo disegno d’amore
non è più nascosto, ma si “manifesta nella Persona e nell’opera di Cristo”:
“Questo
‘disegno di benevolenza’ non è rimasto, per così dire, nel silenzio di Dio, nell’altezza
del suo Cielo, ma Egli lo ha fatto conoscere entrando in relazione con l’uomo, al
quale non ha rivelato solo qualcosa, ma Se stesso”.
Egli, ha aggiunto richiamando
il Concilio Vaticano II, “non ha comunicato” solo un “insieme di verità”, ma è si
è incarnato, è diventato “uno di noi”. Dio, ha detto ancora, “rivela il suo grande
disegno di amore, entrando in relazione con l’uomo, avvicinandosi a lui fino al punto
di farsi uomo”:
“Con la sola intelligenza e le sue capacità l’uomo non avrebbe
potuto raggiungere questa rivelazione così luminosa dell’amore di Dio; è Dio che ha
aperto il suo Cielo e si è abbassato per guidare l’uomo nell’abisso del suo amore”.
Questa
comunione in Cristo, “offerta da Dio a tutti gli uomini” – ha aggiunto – “non è qualcosa
che viene a sovrapporsi alla nostra umanità, ma è il compimento delle aspirazioni
più profonde, di quel desiderio di infinito e di pienezza che alberga nell’intimo
dell’essere umano”. Il Papa si è dunque chiesto cosa sia, in questa prospettiva, “l’atto
di fede”? E’, ha detto, la risposta dell’uomo a Dio. Ed ha aggiunto che l’obbedienza
“non è un atto di costrizione", ma "un abbandonarsi all’oceano della bontà di Dio”:
“Tutto
questo porta ad un cambiamento fondamentale del modo di rapportarsi con l’intera realtà;
tutto appare in una nuova luce; si tratta quindi di una vera ‘conversione’, fede è
un ‘cambiamento di mentalità’, perché il Dio che si è rivelato in Cristo e ha fatto
conoscere il suo disegno di amore, ci afferra, ci attira a Sé, diventa il senso che
sostiene la vita, la roccia su cui essa può trovare stabilità”.
Al momento
dei saluti ai pellegrini, Benedetto XVI ha rivolto un pensiero particolare ai rappresentanti
della Federazione Italiana Panificatori, ringraziandoli per il dono dei panettoni
destinati alle opere di carità del Papa. Un saluto infine ai volontari del Dispensario
pediatrico Santa Marta in Vaticano invitati dal Santo Padre ad essere “testimoni sempre
più generosi del Signore”.