2012-12-05 12:25:41

Doha: per il riscaldamento globale allarme nel mondo arabo


I Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente pagheranno un alto tributo al riscaldamento globale, con effetti devastanti dall’agricoltura al turismo, se le tendenze attuali non saranno invertite. A lanciare l’allarme da Doha, dove è in corso la Conferenza dell’Onu sul clima (Cop 18), è la Banca Mondiale con un rapporto che mette in luce le gravi ripercussioni che i cambiamenti climatici potrebbero avere su una delle zone più desertiche del mondo. In particolare, gli esperti prevedono un aumento di tre gradi delle temperatura media entro il 2015 con temperature notturne di sei gradi più alte rispetto ad oggi e condizioni termiche “senza precedenti” per le popolazioni locali. Le piogge, in una regione che dispone delle minori quantità al mondo di acqua dolce, saranno sempre più scarse e di conseguenza le fonti idriche meno disponibili. Questo, in relazione ad una crescita costante della popolazione, potrebbe portare a grandi difficoltà anche solo per l’irrigazione dei campi coltivati necessari a sfamare la cittadinanza. Il rapporto considera che le riserve d’acqua dolce derivanti dalle piogge, entro il 2050, dovrebbero diminuire del 10% a fronte di un aumento della richiesta pari al 60%. Le conseguenze “minacciano i pilastri essenziali per lo sviluppo” sottolinea la Banca Mondiale, sottolineando ancora che oltre alla scarsità d’acqua i coltivatori – o comunque le persone la cui vita è legata all’agricoltura e che nel mondo arabo rappresentano il 40% della popolazione – dovranno confrontarsi con l’apparizione di insetti più resistenti e terreni meno fertili. Anche il turismo che oggi porta nelle casse della regione circa 50 miliardi di dollari, potrebbe subire un tracollo a causa dell’aumento eccessivo delle temperature. “È giunto il momento di prendere delle misure a livello regionale e nazionale – ha avvertito Inger Andersen, vicepresidente della regione Mena (Medio Oriente e Nord Africa ) della Banca Mondiale. In particolare governi dovrebbero promuovere una gestione iù efficace dei terreni agricoli, finanziare la ricerca sulle colture resistenti alla siccità e investire nelle tecnologie per il riutilizzo delle acque usate. (R.P.)







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