2012-12-04 14:12:55

Egitto: manifestazioni contro il presidente, mentre i giudici aprono al referendum


Il Consiglio supremo della magistratura, i giudici del Consiglio di Stato e i procuratori dei tribunali amministrativi hanno annunciato che parteciperanno alla supervisione delle operazioni di voto per il referendum sulla Costituzione il 15 dicembre, isolando dunque il gruppo che chiedeva il boicottaggio. Dopo la manifestazione di ieri dei sostenitori del presidente, oggi i quotidiani indipendenti egiziani sono in sciopero per protestare contro il decreto sui poteri di Morsi e la bozza di Costituzione. Del braccio di ferro tra politici e magistratura Fausta Speranza ha parlato con il prof. Arduino Paniccia, docente di Studi strategici all’Università di Trieste:RealAudioMP3

R. - Non si tratta di cavilli. La posizione è molto difficile perché questa Costituzione non è criticata soltanto dai giudici. E’ un prodotto distorto, dove vengono ignorate molte parti della società egiziana. I giudici hanno rappresentato questo malessere, anche se naturalmente stanno cercando di mediare con il presidente e sembra che i magistrati più importanti, del Consiglio di Stato, e alcuni procuratori che avevano deciso di non supervisionare le operazioni di voto sul referendum riguardante la nuova Costituzione previsto per il 15 dicembre sembra, abbiano invece, in qualche modo, aderito e quindi danno una copertura al presidente. Però la questione della spaccatura all’interno della magistratura e della spaccatura forte all’interno della popolazione egiziana resta tutta e naturalmente per Morsi non sarà una "passeggiata" superare questa fase, nonostante l’azione propagandistica enorme che sta facendo la Fratellanza Musulmana per difendere il presidente.

D. - Diciamo qualcosa anche sui tempi, perché il testo di bozza costituzionale è stato approvato in gran fretta dall’assemblea costituente - così è apparso a tutti gli osservatori - e adesso c’è anche questo referendum indetto a pochissimi giorni dall’approvazione dell’assemblea costituente…

R. - Il referendum ha esattamente il sapore di una chiamata popolare alle urne di una parte che sicuramente risponderà, legata alla Fratellanza musulmana e ai salafiti, per cercare di ottenere una risposta plebiscitaria messa su in fretta e in furia, scavalcando sia un’accurata stesura della Costituzione, sia la dura opposizione del Fronte di salvezza nazionale, che rappresenta una ventina di movimenti laici e riformisti che non vogliono assolutamente far passare questo tipo di Costituzione che ignora molti diritti delle donne, dei cristiani, degli intellettuali, dei professori e anche di una parte dei lavoratori. Quindi, è un tentativo anche maldestro, ma molto chiaro, di dare moltissimi poteri, ammantandoli di costituzionalità, al presidente Morsi. Io credo che, su questo, non solo il popolo egiziano, che naturalmente sta giustamente protestando, ma anche tutta la comunità internazionale, a partire dall’Unione europea, deve prestare moltissima attenzione.

D. - Parliamo proprio di osservatori esterni al Paese. E’ molto difficile in questo momento intervenire in un qualunque modo visto anche tutto l’assetto geopolitico dell’area…

R. - Certo, è naturale che dobbiamo utilizzare tutte le cautele e che dobbiamo anche capire tutti gli errori che sono stati commessi dalla stessa comunità internazionale nel passato. Però non possiamo di nuovo giustificare il fatto di cominciare a mancare sul fronte dei diritti e delle persone con la storia e il passato, perché con questo sistema, in Egitto - negli ultimi 50 anni - ci sono state quattro dittature, sempre partendo dal discorso che nel passato erano state fatte cose sbagliate, errori. Si diceva che quindi occorrevano poteri speciali per rimediare e che la cosa sarebbe naturalmente durata molto poco tempo, che era questo che voleva la popolazione. E poi invece non è stato così. Direi che ora siamo al punto nel quale bisogna vegliare affinché l’ennesima storia non si ripeta.







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