Colombia, povertà e minori abbandonati. La testimonianza di un missionario
Violenza e povertà mettono a rischio la maggior parte delle popolazioni indigene della
Colombia, il terzo Stato più popolato dell’America Latina. Un Paese nel quale si assiste
a un notevole aumento del fenomeno dei minori in stato di abbandono familiare proprio
a causa della povertà. Alessandro Filippelli, nel quadro della Campagna europea
"Why Poverty? (Perchè la Povertà) dell'Ebu, ne ha parlato con padre Mauro Loda,
missionario Saveriano in Colombia:
R. – Siamo in
Colombia, come Missionari saveriani, dal 1975 e siamo presenti in alcune delle zone
tra le più povere di questo Paese sudamericano. Il nostro impegno umanitario si traduce
concretamente nel lavoro che svolgiamo nella città di Buenaventura, una città afroamericana
della costa pacifica, dove gli indici di povertà sono abbastanza elevati. Cerchiamo
anche di portare avanti il nostro lavoro nelle periferie della città di Cali, dove
la violenza la fa ancora da padrona. I nostri missionari sono presenti soprattutto
in queste due città e si trovano a contatto con un ambiente di povertà, specie negli
ultimi tempi.
D. – Minori in stato di abbandono e alto tasso di violenza intrafamiliare:
sono alcune delle conseguenze legate alla povertà in Colombia. Che cosa fate per cercare
di arginare questi fenomeni?
R. – Sono fenomeni effettivamente molto grandi,
che ci superano anche come missionari: arginarli completamente è un’impresa e una
missione abbastanza difficile. Nel nostro piccolo, negli ambienti dove ci troviamo
a lavorare, cerchiamo di seguire le persone che hanno queste problematiche: cerchiamo
di stabilire un discorso con le famiglie soprattutto riguardo ai minori abbandonati
o, nel caso le famiglie non rispondessero, cercando di portarli in istituzioni che
sono create ad hoc per rispondere proprio a queste necessità.