Colombia. Il presidente Manuel Santos proroga i colloqui di pace con le Farc
Il presidente Juan Manuel Santos ha esteso dal giugno a novembre 2013 il tempo massimo
entro il quale governo e Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) saranno
tenuti a raggiungere un accordo nell’ambito del negoziato di pace in corso all’Avana
dal 19 novembre. Secondo Santos, le trattative “non possono essere un processo di
anni ma di mesi”, sebbene a suo dire non sia corretto “esigere risultati immediati,
poiché si stanno discutendo temi molto complessi”. Il presidente ha colto l’occasione
di un intervento al II Forum ideologico del Partido Verde, tenuto ieri a Cartagena
de Indias, anche per ribadire la volontà del governo di porre fine al conflitto armato:
“Se le Farc vogliono davvero passare dalle pallottole ai voti per tentare di arrivare
ai loro obiettivi con procedure democratiche, troveranno nell’esecutivo tutta la disponibilità,
gli aiuti e le garanzie”. Sta di fatto che le notizie giunte dal terreno nel fine-settimana
contrastano con gli obiettivi dichiarati dal governo. Un bombardamento militare contro
tre accampamenti della guerriglia localizzati in un’area rurale del dipartimento meridionale
di Nariño avrebbe provocato almeno 20 morti e un numero imprecisato di feriti, secondo
il generale Jorge Alberto Segura, comandante della terza divisione dell’esercito.
Segura ha precisato che per individuare gli accampamenti, dove al momento dell’attacco
si trovavano circa 60 guerriglieri, i soldati si sono serviti delle informazioni fornite
dagli abitanti della zona “che appoggiano con decisione le forze dell’ordine perché
sono stanchi di azioni criminali”. Sebbene il governo non abbia sospeso le ostilità,
le Farc hanno deciso un cessate-il-fuoco unilaterale a partire dal 20 novembre e fino
al 20 gennaio. (R.P.)