Benedetto XVI ai seminaristi del Collegio Inglese: la fede di pochi può incendiare
il mondo
Bastano poche persone con una fede solida per diffondere il Vangelo “a macchia d’olio”
nel mondo. Lo ha affermato Benedetto XVI nell’udienza ai responsabili e ai seminaristi
del Venerabile Collegio Inglese di Roma, ricevuti ieri mattina in udienza in Vaticano.
Il servizio di Alessandro De Carolis:
Un discorso
di “fuoco”, quello di Benedetto XVI, perché è questo l’elemento che il Papa chiede
di riaccendere nella società. Un fuoco di fede, e non importano tanto i numeri quanto
il vigore di chi lo accende. Davanti ai 70 membri del Collegio Inglese riuniti in
Sala Clementina, Benedetto XVI parte dalla storia, antica di 650 anni, dell’istituzione,
che vanta predecessori come San Bonifacio, l’evangelizzatore della Germania, e prima
ancora Papa Gregorio Magno che, rammenta, inviò Agostino di Canterbury “a piantare
i semi della fede sul suolo anglosassone”. Sei secoli e oltre di “storia di fede e
martirio”, ha osservato, hanno reso evidente una verità:
“Those who have
truly encountered Christ… Coloro che hanno veramente incontrato Cristo non
sono in grado di mantenere il silenzio su di lui. (…). San Bonifacio, Sant'Agostino
di Canterbury, San Francesco Saverio, la cui festa celebriamo oggi, e tanti altri
santi missionari ci mostrano come un profondo amore per il Signore suscita un profondo
desiderio di portare gli altri a conoscerLo”.
E in che modo testimoniare
Cristo? “Piuttosto oggi che domani”, è l’invito del Papa, che cita quello che fu il
motto nel XVI secolo del primo martire del Collegio Inglese, San Ralph Sherwin. “Ed
è giusto – ha soggiunto – che veneriate la gloriosa memoria dei 44 ex alunni del vostro
Collegio che versarono il loro sangue per Cristo”:
“You are called to imitate
their love for the Lord… Siete chiamati a imitare il loro amore per il Signore
e il loro zelo per farlo conoscere, potius hodie quam cras. Le
conseguenze, i frutti, potete affidarli con fiducia nelle mani di Dio. Il vostro primo
compito, quindi, è arrivare a conoscere voi stessi Cristo, e il tempo speso in seminario
offre un'occasione privilegiata per farlo”.
Lasciate che il “fascino” di
Gesù “vi catturi”, ha proseguito il Papa, in particolare comunicando con Lui attraverso
la preghiera in cui “il cuore parla al cuore”, come avrebbe detto il Beato John Henry
Newman, elevato agli altari proprio da Benedetto XVI durante la sua visita nel Regno
Unito del 2010. E ricordando l’esistenza di una “grande fame spirituale” constatata
in quel viaggio apostolico, il Pontefice ha fatto riferimento alla nuova evangelizzazione
“in quelle parti del mondo in cui il Vangelo è già stato predicato, ma dove in misura
maggiore o minore – ha detto – le braci della fede sono diventate fredde e ora c’è
bisogno di alimentare una volta più la fiamma”:
“Just as a small fire can
set… Come un piccolo fuoco può bruciare una foresta, così la testimonianza
fedele di alcuni può diffondere la forza purificatrice e trasformante dell'amore di
Dio, cosicché possa diffondersi a macchia d'olio in tutta una comunità o una nazione”.