La Chiesa australiana collabora con la Commissione reale sugli abusi
La Chiesa australiana plaude all’istituzione della Royal Commission, la Commissione
d’inchiesta nazionale istituita a metà novembre dal governo federale per far luce
sul fenomeno della pedofilia nel Paese. In una nota diffusa oggi, a chiusura dell’assemblea
plenaria, e siglata da mons. Denis Hart, arcivescovo di Melbourne e presidente della
Conferenza episcopale, si legge: “L’istituzione della commissione è un’opportunità
per coloro che hanno sofferto, per ottenere ascolto, giustizia e guarigione; ma è
anche un’opportunità per osservare con grande obiettività le procedure della Chiesa,
così da perfezionarle ulteriormente nel senso della giustizia e della cura pastorale”.
Ribadendo, poi, che “sebbene in modo imperfetto, tale lavoro viene portato avanti
dalla Chiesa da ben due decadi” e che ora “esso continuerà”, i vescovi australiani
chiedono “scusa con tutto il cuore a coloro le cui vite sono state così gravemente
danneggiate dal male perpetrato da alcuni sacerdoti, religiosi e personale ecclesiastico”.
Inoltre, la nota informa che “per collaborare nel modo più efficace possibile con
la commissione, i vescovi hanno istituito un gruppo di supervisori, rappresentanti
della Conferenza episcopale e dei religiosi cattolici d’Australia”. Tale gruppo controllerà
un “nuovo Consiglio per la Royal Commission costituito da dieci persone – vescovi,
religiosi e laici – con un ufficio esecutivo”. L’auspicio della Chiesa di Canberra,
dunque, è che “nella ricerca della verità la Royal Commission presenti indicazioni
che assicurino i migliori standard possibili per la tutela dei minori nel Paese”,
perché, per quanto “penoso e difficile per la Chiesa”, tutto ciò “non è niente in
confronto al dolore patito dalle vittime di abusi sessuali, compiuti in particolare
da sacerdoti e religiosi”. Infine, i vescovi ringraziano tutti quei fedeli che hanno
pregato per loro. (I.P.)