India: il card. Cleemis Thottunkal sull'importanza del dialogo interreligioso
“Per i cristiani in India il dialogo non è un fatto marginale, è parte della nostra
vita”. Lo ha sottolineato il neo-cardinale Baselios Cleemis Thottunkal, arcivescovo
maggiore di Trivandrum dei siro-malankaresi, intervenendo martedì sera all’inaugurazione
a Roma di un ciclo di conferenze dedicato alle sfide e alle prospettive della Chiesa
in India nel 21° secolo. Il ciclo, ospitato dal “Chavara Institute of Indian and Interreligious
Studies” è incentrato sulla grande figura missionaria del Beato Ciriaco Elia Chavara,
sacerdote keralese , fondatore della Congregazione dei Carmelitani di Maria Immacolata
e beatificato da Giovanni Paolo II nel 1986. L’intervento del card. Kleemis ha posto
l’accento sulle sfide, ma anche sui tanti punti di forza che fanno sperare per il
futuro della Chiesa in India. Tra questi ha citato in particolare il “fulgido” esempio
di Madre Teresa di Calcutta, che riuscì a fare conoscere Gesù a milioni di persone:
un modello di come i cristiani possono essere presenti nel mondo, anche quando sono
una piccola minoranza. “La Chiesa in India - ha quindi osservato – deve fare tanto
per portare la Buona Novella alla gente” e a questo scopo il dialogo interreligioso
è un canale imprescindibile. Un esempio in questo senso è il Beato Chavara che ha
incarnato al meglio questa capacità di dialogare con l’altro. Un dialogo – ha puntualizzato
il card. Cleemis – che non deve essere visto come una minaccia alla nostra identità
cristiana: “Se siamo fedeli a noi stessi non c’è pericolo di sincretismo”. L’arcivescovo
maggiore di Trivandrum ha quindi sottolineato che la piccola comunità cristiana in
India “può fare la differenza”, come dimostra la significativa presenza della Chiesa
in settori come la sanità, l’educazione e l’assistenza: “Siamo appena il 2,5% della
popolazione, eppure siamo la seconda agenzia dopo il governo nel settore sanitario”,
ha concluso. (L.Z.)