2012-11-30 19:21:49

Il voto all'Onu, Israele reagisce: sì a tremila alloggi per coloni. Abu Mazen, basta colonizzazione





A 24 ore dal sì allo status di Stato osservatore all'Onu alla Palestina, in Israele continuano le critiche e la linea dura, con l’annuncio di tremila nuovi insediamenti, mentre in Italia il centro destra polemizza con il governo dichiaratosi favorevole. E il ministro Terzi sottolinea: l’Italia resta amica di Israele. Servizio di Francesca Sabatinelli : RealAudioMP3

"Gli israeliani, contrariati dal voto, rilanciano e annunciano il via libera a oltre tremila nuovi alloggi per coloni in Cisgiordania e a Gerusalemme est, la parte araba. La decisione, precisa la stampa, era però già stata presa da Israele, ieri. Per l’Olp si tratta di una ritorsione per il sì all’Onu e un attacco ad uno stato del quale il mondo si deve assumere la responsabilità. Interviene il presidente dell’Anp: si riprendano i negoziati, ma si metta fine alla colonizzazione. Ora la Palestina, aggiunge Abu Mazen, ha il diritto di ricorrere alla Corte penale internazionale, ma lo farà solo in caso di aggressione di Israele.

Il centro-destra italiano intanto polemizza con il governo per aver votato a favore, risponde il ministro degli esteri: la decisione di palazzo Chigi è stata ponderata l’Italia resta certa dell’amicizia con Israele. Terzi ritiene poi utile che il governo riferisca in parlamento sul voto.

Gli Stati Uniti, uno dei nove paesi che hanno votato contro, seguono la linea di Gerusalemme: il conflitto israelo-palestinese si potrà risolvere solo attraverso negoziati diretti e non attraverso atti unilaterali. Washington però garantisce che il piano degli aiuti alla Palestina non sarà interrotto. Di tenore completamente differente le dichiarazioni da Bruxelles. Secondo Martin Schulz, presidente dell’europarlamento, il voto renderà le rivendicazioni palestinesi ancora più forti. A Ramallah intanto dove per ore si è festeggiato oggi è tornata la calma e con essa un importante interrogativo, a quando l’uscita dei coloni?"

Sulla portata della decisione dell'Onu sulla Palestina, l'opinione di Maria Grazia Enardu, docente di Storia delle Relazioni internazionali all’Università di Firenze. L’intervista è di Massimiliano Menichetti: RealAudioMP3

R. – Questa decisione ha una portata storica ed è l’unica iniziativa internazionale corale che possa riportare le due parti – che sarebbero tre, considerando Hamas – al tavolo di un negoziato serio e costruttivo. Ne avevano bisogno tutti e due, sia l’Autorità palestinese, per essere incoraggiata a proseguire sulla strada della non violenza, sia Israele, i cui governi negli ultimi anni hanno perso tempo e continuato a costruire sul terreno. E molto importante anche per la percezione che avrà l’elettorato di Israele, che va a votare tra due mesi, perché bisogna scegliere partiti e posizioni più costruttivi.


D. – A questo punto, questa decisione potrà portare anche Hamas ad un atteggiamento più dialogante?


R. – Il voto dovrà costringere Hamas a guardare tutto il tavolo e la scena internazionale e a prendere decisioni, speriamo di riavvicinamento all’Autorità nazionale palestinese, perché se si parla di negoziato per creare uno Stato palestinese, il rischio, senza Hamas, è che si arrivi ad un nulla che creino due pezzi di Stato – uno a Gaza e uno in parti della Cisgiordania.

R. – Questa decisione ha una portata storica ed è l’unica iniziativa internazionale corale che possa riportare le due parti – che sarebbero tre, considerando Hamas – al tavolo di un negoziato serio e costruttivo. Ne avevano bisogno tutti e due, sia l’Autorità palestinese, per essere incoraggiata a proseguire sulla strada della non violenza, sia Israele, i cui governi negli ultimi anni hanno perso tempo e continuato a costruire sul terreno. E molto importante anche per la percezione che avrà l’elettorato di Israele, che va a votare tra due mesi, perché bisogna scegliere partiti e posizioni più costruttivi.


D. – A questo punto, questa decisione potrà portare anche Hamas ad un atteggiamento più dialogante?


R. – Il voto dovrà costringere Hamas a guardare tutto il tavolo e la scena internazionale e a prendere decisioni, speriamo di riavvicinamento all’Autorità Nazionale palestinese, perché se si parla di negoziato per creare uno Stato palestinese, il rischio, senza Hamas, è che si arrivi ad un nulla che creino due pezzi di Stato – uno a Gaza e uno in parti della Cisgiordania.










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