2012-11-30 09:27:03

Congo: in attesa del ritiro da Goma, violenze e saccheggi dei ribelli


“Da quando hanno annunciato il ritiro da Goma, i ribelli stanno commettendo saccheggi su vasta scala e attacchi mirati ai danni di beni pubblici e privati. Sono molto ambiti veicoli e oggetti di valore. Alcuni hanno cominciato a lasciare la città a bordo di macchine di grossa cilindrata, fuori strada e motociclette.Varcano il confine e passano in Rwanda” dice all'agenzia Misna una fonte locale contattata nel capoluogo del Nord-Kivu ma che, in queste ore che definisce come “incerte”, preferisce rimanere anonima per motivi di sicurezza. “Per fortuna, finora i civili sono stati risparmiati da violenze e violazioni, ma gli spostamenti dei miliziani del Movimento del 23 marzo stanno suscitando panico ma anche timori su quanto potrebbe accadere nelle prossime ore” prosegue l’interlocutore stabilito al centro di Goma. Anche se la corrente elettrica è stata ripristinata da due giorni, consentendo alla popolazione di azionare le pompe per procurarsi l’acqua “non tutti i quartieri hanno accesso a questi servizi essenziali” dice ancora la fonte locale, sottolineando che in città “la vita è sospesa”: nell’ultimo periodo molti negozi, le banche e le scuole sono rimasti chiusi. “Il cibo e i beni di prima necessità scarseggiano sempre di più e in una settimana i prezzi sono aumentati del 50%, aggiungendo altra sofferenza a una popolazione già molto provata” riferisce l’interlocutore della Misna, spiegando che a causa dell’insicurezza diffusa sulle strade dell’intera regione, in particolare quelle dei vicini territori di Masisi (ovest) e Rutshuru (nord), “sono pochi i trasportatori che hanno il coraggio di circolare”. In serata è questa la situazione che prevale a Goma, poche ore dopo che il portavoce del Movimento del 23 marzo (M23), il colonnello Vianney Kazarama, ha ufficialmente annunciato che “per motivi organizzativi slitta di 24 ore il ritiro dei nostri uomini”, precisando che “comincerà in modo più significativo a partire da domani” e che sarà “progressivo” anche a Saké, località a venti chilometri dal capoluogo. Alla luce di questo annuncio, diffuso dall’emittente locale ‘Radio Okapi’, la fonte della Misna racconta che “in una settimana di occupazione l’M23 non ha ottenuto grande consenso popolare anche se tutti auspichiamo da tempo un cambiamento profondo per la nostra regione”. L’interlocutore, stabilito da anni a Goma, precisa che “purtroppo la gente di qui conosce fin troppo bene i gruppi ribelli che hanno seminato morte e desolazione a partire dal 1996 quindi è rimasta diffidente anche nei confronti dell’M23, sapendo di non poter affidare le proprie speranze a un gruppo armato in gran parte straniero”. Da Kinshasa anche il governo ha accusato la ribellione di essersi resa responsabile di una “razzia sistematica ai danni di beni pubblici e privati portati via in un paese vicino” ha dichiarato il portavoce Lambert Mende, denunciando danni all’obitorio dell’ospedale militare di Katindo e un tentativo di saccheggio alla Banca Centrale. Le accuse delle autorità congolesi sono state respinte dal responsabile militare dell’M23, Jean-Marie Runiga Lugerero, che ha invece parlato di “atti isolati di vandalismo da imputare a banditi evasi dal carcere centrale di Munzenze”. In parlamento il primo ministro Matata Ponyo, sostenuto dalla maggioranza, è riuscito ad evitare l’apertura di un dibattito sulla crisi dell’Est e ha rassicurato i deputati sull’ “efficienza delle Forze armate congolesi in corso di riorganizzazione”. Il capo del governo ha invitato politici e cittadini a “dare prova di un elevato senso di dignità e solidarietà nazionale in questi tempi di aggressione”. (R.P.)







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