L'Assemblea generale dell'Onu sta per pronunciarsi sulla richiesta della Palestina
di diventare uno Stato osservatore non membro. Una tappa storica per i palestinesi
che ha diviso la comunita’ internazionale e sollevato forti resistenze da parte degli
Stati Uniti e di Israele. Il servizio di Elena Molinari:
Il riconoscimento
da parte dell’Onu della Palestina come Stato è scontato e imminente. Solo le sue conseguenze
restano incerte. Nonostante i no e le forti pressioni contrarie di Israele, Stati
Uniti, Canada e di pochi altri, la stragrande maggioranza delle 193 nazioni dell’Onu
a breve voterà infatti a favore della risoluzione dell’Autorità nazionale palestinese.
Fra queste anche l’Italia, che ha rotto gli indugi e deciso oggi stesso di unirsi
ad altri 15 Paesi europei schierati sul fronte del sì. L’Unione europea si presenta
però al voto divisa, con la prevista astensione di Germania, Gran Bretagna, Olanda
e Repubblica Ceca. Il premier, Mario Monti, ha chiamato il presidente dell’Anp, Abu
Mazen e il premier israeliano, Netanyahu, per spiegare la decisione e ha chiesto ai
palestinesi di accettare il riavvio immediato dei negoziati di pace senza precondizioni
e di astenersi dall’utilizzare il voto per ottenere l’accesso alla Corte Penale Internazionale.
L’ambasciatore israeliano a Roma si è detto invece “molto deluso” dalla scelta di
campo italiana, nonostante Monti lo abbia assicurato della forte amicizia del suo
Paese. Netanyahu intanto si è detto convinto che il voto “non cambierà alcunché sul
terreno” e che “non avvicinerà la costituzione di uno Stato palestinese, ma anzi la
allontanerà".