2012-11-29 12:20:10

Mauritius: pubblicazione speciale per l’Anno della fede


Un libretto piccolo nel formato, ma grande nel contenuto: è quello realizzato dalla diocesi di Port-Louis, nelle Isole Mauritius, in occasione dell’Anno della fede, indetto da Benedetto per celebrare il 50.mo anniversario del Concilio Vaticano II ed in corso fino al 24 novembre 2013. Il volumetto – come spiega mons. Maurice Piat, vescovo locale – vuole offrire ai fedeli “diverse proposte di formazione cristiana” per aiutare le persone “a riprendere o a continuare il cammino della fede”. E non solo: il presule evidenzia che “l’Anno della fede potrebbe essere l’occasione per trovare il tempo di ascoltare coloro che hanno già beneficiato di tale cammino e che possono testimoniare quali frutti esso abbia portato nella loro vita”. Anche perché, sottolinea mons. Piat, “la fede fiorisce in un’atmosfera di ascolto e condivisione; al contrario si inaridisce se predomina uno spirito di critica sterile o di competizione”. Ma il libretto si rivolge anche ai preti, aggiunge il vescovo di Port-Louis, perché li può aiutare nella “pianificazione di una pastorale che miri alla crescita della fede nella comunità”, tanto più che “l’Anno della fede è l’occasione per ricordare questo aspetto essenziale del ministero sacerdotale”. In questo modo, conclude il presule, “lavorando alla crescita della fede, ci avvicineremo a Cristo che ci riunirà in un solo corpo, donando nuovo dinamismo alla missione della Chiesa”. Suddiviso in sei parti, il libretto indica innanzitutto quei percorsi che contribuiscono a “risvegliare la fede in coloro che sono rimasti per lungo tempo lontani dalla Chiesa”; seguono poi indicazioni per “coltivare la fede” nei battezzati non praticanti; quindi, spazio alla “condivisione della fede”, con suggerimenti specifici per “iniziare i cristiani alla missione”. Le ultime due sezioni, infine, sono dedicate alla “fede nella vita” - ovvero a “movimenti e comunità che vivono la fede nella realtà della vita quotidiana” – e alla “fede nell’azione”, ossia a quei gruppi che si dedicano soprattutto “al servizio dei poveri ed all’impegno per la giustizia sociale”. (I.P.)







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