Mauritius: pubblicazione speciale per l’Anno della fede
Un libretto piccolo nel formato, ma grande nel contenuto: è quello realizzato dalla
diocesi di Port-Louis, nelle Isole Mauritius, in occasione dell’Anno della fede, indetto
da Benedetto per celebrare il 50.mo anniversario del Concilio Vaticano II ed in corso
fino al 24 novembre 2013. Il volumetto – come spiega mons. Maurice Piat, vescovo locale
– vuole offrire ai fedeli “diverse proposte di formazione cristiana” per aiutare le
persone “a riprendere o a continuare il cammino della fede”. E non solo: il presule
evidenzia che “l’Anno della fede potrebbe essere l’occasione per trovare il tempo
di ascoltare coloro che hanno già beneficiato di tale cammino e che possono testimoniare
quali frutti esso abbia portato nella loro vita”. Anche perché, sottolinea mons. Piat,
“la fede fiorisce in un’atmosfera di ascolto e condivisione; al contrario si inaridisce
se predomina uno spirito di critica sterile o di competizione”. Ma il libretto si
rivolge anche ai preti, aggiunge il vescovo di Port-Louis, perché li può aiutare nella
“pianificazione di una pastorale che miri alla crescita della fede nella comunità”,
tanto più che “l’Anno della fede è l’occasione per ricordare questo aspetto essenziale
del ministero sacerdotale”. In questo modo, conclude il presule, “lavorando alla crescita
della fede, ci avvicineremo a Cristo che ci riunirà in un solo corpo, donando nuovo
dinamismo alla missione della Chiesa”. Suddiviso in sei parti, il libretto indica
innanzitutto quei percorsi che contribuiscono a “risvegliare la fede in coloro che
sono rimasti per lungo tempo lontani dalla Chiesa”; seguono poi indicazioni per “coltivare
la fede” nei battezzati non praticanti; quindi, spazio alla “condivisione della fede”,
con suggerimenti specifici per “iniziare i cristiani alla missione”. Le ultime due
sezioni, infine, sono dedicate alla “fede nella vita” - ovvero a “movimenti e comunità
che vivono la fede nella realtà della vita quotidiana” – e alla “fede nell’azione”,
ossia a quei gruppi che si dedicano soprattutto “al servizio dei poveri ed all’impegno
per la giustizia sociale”. (I.P.)