Bolivia: la Chiesa nella commissione governo-indigeni sul progetto stradale Tipnis
28nov12 - A dicembre, una commissione interistituzionale, integrata da membri della
Chiesa Cattolica, dell’Assemblea Permanente dei Diritti Umani e dell’Ufficio del Difensore
civico, farà ingresso nel Territorio Indigena e Parco Nazionale Isidoro Sècure (Tipnis)
per valutare i progressi nella trattativa tra il Governo e gli abitanti della regione,
dopo le proteste contro un progetto di sviluppo che potrebbe avere gravis ripercussioni
socio-economiche e ambientali. La riserva del Tipnis è infatti minacciata dalla costruzione
di un’arteria stradale che dovrebbe collegare la regione di Chapare alla frontiere
con il Brasile. Il governo boliviano è decisamente favorevole all’iniziativa che a
suo dire darà impulso al commercio tra i dipartimenti di Cochabamba e Beni, attualmente
mal collegati. Il progetto, firmato nel 2009 dal presidente Morales e dall’ex presidente
Lula da Silva, è invece fortemente contestato dalle popolazioni indigene, non solo
perche la strada distruggerà i loro territori, ma anche per i danni ambientali provocati
dalle esplorazioni dei giacimenti petroliferi e dallo sfruttamento delle risorse acquifere.
Non meno grave la minaccia di un’estensione delle piantagioni illegali di coca della
regione del Chapare, il cui traffico sarà facilitato dalla strada. Nel 2010, la popolazione
del Tipnis era riuscita ad ottenere la sospensione di un anno del progetto, ma poi
hanno prevalso i forti interessi delle lobby nazionali e internazionali. La Chiesa
boliviana è stata sempre attenta alle richieste degli abitanti della regione esortando
le autorità ad ascoltare le loro posizioni e a guardare al bene comune. La notizia
della costituzione della commissione e dell’imminente visita è stata comunicata dalla
Confederazione dei Popoli Indigeni dell’Oriente boliviano, senza specificare la data
della verifica che completerà un rapporto richiesto dagli organismi internazionali
che hanno accolto le denunce. La riservatezza della missione serve, secondo i dirigenti
indigeni, a evitare che funzionari governativi ostacolino gli spostamenti e le visite
alle diverse comunità. L’obiettivo della commissione sarà di verificare direttamente
l’opinione delle comunità locali sul progetto. Il Governo ha informato infatti che
57 delle 69 comunità che abitano nel Tipnis sono state consultate e hanno dato un
parere positivo, un risultato non del tutto riconosciuto dai dirigenti e associazioni
indigene.(A cura di Alina Tufani)