Balduzzi: riorganizzare la Sanità. Esperti chiedono maggiore ricorso a fondi integrativi
Il ministro italiano della Salute, Renato Balduzzi, ribadisce che il Servizio sanitario
nazionale (Ssn) non sarà privatizzato. Dopo le dichiarazioni di martedì del premier
Monti, che aveva parlato della necessità di altre forme di finanziamento per la sanità
pubblica, ieri Balduzzi ha precisato che il servizio sanitario è sostenibile attraverso
una riorganizzazione. Il servizio di Alessandro Guarasci:
Se vogliamo
mantenere i servizi sanitari attuali, bisogna ristrutturare per ottimizzare i costi.
Balduzzi quindi non prevede tagli. Va ricordato infatti che dal primo gennaio del
2014, sulla base di scelte effettuate nel 2011 dal governo Berlusconi, ci saranno
2 miliardi di nuovi ticket aggiuntivi. “Personalmente – dice il ministro – penso che
questo non sia sostenibile”. Una delle alternative potrebbe essere fare sempre maggiore
ricorso ai fondi integrativi che già riguardano 11 milioni di italiani. Americo
Cicchetti, direttore dell’Alta Scuola di Management dei Sistemi Sanitari alla
Cattolica:
“Si è detto ormai tantissimi anni che c’era questa necessità.
Credo che adesso, guardando i dati, siamo arrivati al punto di non ritorno: è il momento
di farlo, perché altrimenti i servizi che il sistema pubblico – il Servizio sanitario
nazionale – sarà in grado di dare nel futuro saranno certamente inferiori rispetto
a quelli forniti fino adesso”.
I sindacati ribadiscono il netto "no" a
ogni forma di privatizzazione. E’ pure vero che i vari interventi per razionalizzare
la spesa pensati da Monti non hanno avuto grosso successo. Carla Collicelli,
vicedirettore del Censis:
“La nostra indagine, di poche settimane fa, ci
dice che il 45% degli italiani - negli ultimi sei mesi - ha pagato di tasca propria
in farmacia per ottenere il farmaco di marca: quindi, rifiutando la prescrizione del
principio attivo, la prescrizione del generico. Ma se facciamo così è un modo non
giusto di ‘raccattare’ risorse dalle tasche dei cittadini, mentre le manovre dovrebbero
invece riguardare altri settori”.
Anche l’annunciato rafforzamento della
medicina del territorio finora è stato un buco nell’acqua. Il segretario dell'"Assocazione
Giuseppe Dossetti: I Valori", Claudio Giustozzi:
“Poteva essere una
ricetta importante. Però, secondo me, bisognerebbe investire molto di più in prevenzione,
perché a lungo termine noi non potremo garantire ai nostri figli e alle nuove generazioni
un sistema sanitario come il nostro e quindi bisogna diminuire le patologie piuttosto
che aumentarle”.
E i medici di famiglia ribadiscono che necessitano di
più strumenti, anche economici, per assistere i malati cronici.