Al Torino Film Festival applausi per “Su Re”, film in sardo sulla Passione di Gesù
La Passione di Gesù, dall’Ultima Cena alla crocifissione, riletta con tratti innovativi
e in modo non lineare attraverso la lingua e i paesaggi della Sardegna. Questo l’itinerario
tracciato nel film “Su Re” - in sardo “Il re” – salutato al Torino Film Festival con
un lungo applauso al termine della proiezione. Su questo film, realizzato con la consulenza
di don Antonio Pinna, vicepresidente della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna,
si sofferma, al microfono di Amedeo Lomonaco, il regista Giovanni Columbu:
R. – Il film
è interpretato tutto da attori non professionisti. Da questo punto di vista, l’operazione
ha delle evidenti analogie con quella fatta da Pasolini con il suo “Vangelo secondo
Matteo”. Ha comunque anche delle forti differenze, perché mentre il Vangelo di Pasolini
era comunque centrato sulla parola, in questo caso invece - anche se ci sono le parole
che sono fortemente scandite - si basa principalmente sul silenzio, sul rumore del
vento, sui respiri, sui gemiti, sulle espressioni.
D. – Il film presenta tratti
innovativi e anche lontani dall’iconografia classica su Gesù...
R. – Non solo
per l’asprezza dei paesaggi e l’intensità dei volti di tutti i protagonisti, ma anche
– e direi soprattutto – per la scelta che è stata fatta per l’interprete di Gesù,
che, credo per la prima volta nel cinema, è lontano da un certo canone di bellezza.
E’ vicino all’unica descrizione presente nella Bibbia. Dobbiamo tornare ad Isaia,
all’unico passo presente nella Bibbia in cui si descrive il Cristo e di Lui si dice:
Egli non avrà beltà, che possa suscitare compiacimento ai nostri occhi. Questo è un
punto importante, che sposta l’immagine di Gesù da qualcosa che riguarda più l’apparenza
a qualcosa che invece riguarda l’intelletto e l’interiorità. Vedere una rappresentazione
di Gesù come quella di un atleta – capelli lunghi, biondi e ricciuti – è un’immagine
che mi sembra, oltretutto, distragga dai valori che invece contano in una figura come
quella di Gesù. Io ritengo che possa, e debba essere, rappresentato in altro modo.