Portogallo: giustizia sociale e dignità umana al centro della Settimana sociale
“Trovare segni e iniziative di speranza che contrastino la crisi attuale, proponendo
una condivisione più efficace delle risorse, una giustizia fiscale equa ed una valutazione
accurata dei servizi pubblici”: sono queste le necessità che la Chiesa portoghese
mette in luce, al termine della Settimana Sociale 2012, conclusasi domenica a Porto.
Nel documento finale diffuso in chiusura dei lavori, il vescovo di Porto, mons. Manuel
Clemente, ricorda che “prima di uno Stato sociale, deve esserci una società solidale
che lo preceda e lo alimenti”. Non solo: la Chiesa lusofona ribadisce che “lo Stato
sociale deve essere discusso e pensato non per le emergenze finanziarie, ma per soddisfare
le esigenze di coesione economica e sociale, di giustizia e di dignità umana”. Richiamando
quindi la necessità di trovare risposte che permettano “un coordinamento efficace
tra lo Stato e le iniziative di solidarietà”, il documento suggerisce che lo Stato
sociale si basi su determinati criteri: “la protezione di tutti i cittadini, l’equilibrio
tra la libertà d’impresa e la pari considerazione di tutti, la comprensione della
destinazione universale dei beni della Terra, la dignità del lavoro e la promozione
dell’occupazione, la giustizia distributiva tra i gruppi sociali, la sussidiarietà
e la partecipazione di tutti”. Di qui, la sottolineatura della “responsabilità della
famiglia e della comunità, soprattutto di fronte alle sfide dello sviluppo e della
solitudine” ed il bisogno di “considerare principi di etica pubblica che pongano la
dignità della persona umana al centro della vita politica, sociale ed economica”,
secondo il binomio giustizia-carità e rispettando l’opzione preferenziale per i poveri.
In questo contesto, conclude il documento, “i cristiani sono chiamati a vivere la
carità nella verità”, impegnandosi nella giustizia ed approfondendo la dottrina sociale
della Chiesa. (I.P.)