Il cardinale Tauran all'inaugurazione del Centro Kaiciid per il dialogo tra religioni
e culture
“Lavorare e sostenere tutto ciò che favorisce la persona umana nelle sue aspirazioni
materiali, morali e religiose”: il richiamo a tutti i credenti, lanciato dal cardinale
Jean-Louis Tauran, inaugurando ieri sera a Vienna il nuovo Centro Internazionale per
il Dialogo Interreligioso e Interculturale, Kaiciid, intitolato al re Abdullah Ben
Abdulaziz, riconosciuto dall’Onu, quale organismo indipendente, fondato da Arabia
Saudita, Austria e Spagna e al quale aderisce anche la Santa Sede in qualità di “Osservatore
Fondatore”. A presenziare la cerimonia è stato il segretario generale delle Nazioni
Unite, Ban Ki-moon. Il servizio di Roberta Gisotti:
"Troppi leader
religiosi – ha esordito Ban Ki-moon - hanno alimentato intolleranza, supportato estremismo
e propagato odio.... Tuttavia sappiamo che incolpare l’altro non è una strategia politica
per un Paese, un continente o un mondo sano". I leader religiosi, che “hanno un’influenza
enorme” - ha aggiunto - “possono essere potenti forze per la cooperazione e la conoscenza”.
Per questo, gli ha fatto eco, il cardinale Tauran, presidente del Pontificio Consiglio
per il dialogo interreligioso, “siamo osservati” e tutti si aspettano dal nuovo Centro
Kaiciid “onestà, apertura e credibilità”. Molti temi su cui dialogare, ha anticipato
il porporato, che toccano i diritti umani fondamentali, a partire dalla libertà religiosa.
La Santa Sede, - ha detto - è particolarmente attenta alla sorte delle comunità cristiane
nei Paesi dove tale libertà non è adeguatamente garantita”. “Ogni essere umano è il
nostro prossimo”, ha ricordato il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I. In “questa
notte della religione” – ha ammonito – che vede lacerati popoli e nazioni, è un messaggio
che deve arrivare alle “leadership di tutte le religioni”, ai “pulpiti locali”, alle
“strade di ogni città e villaggio”.
Dunque speranze di pace e fratellanza in
questo Centro Kaiciid, come hanno sottolineato mons. Camillo Ballin, vicario
apostolico dell’Arabia del Nord e l'arcivescovo Policarpo, metropolita ortodosso
di Spagna e Portogallo, al microfono del nostro inviato a Vienna, Christopher Altieri:
R. – Quello
che dico sempre ai nostri cristiani è di rispettare e di amare qualsiasi persona incontrano
nella loro vita quotidiana. Quindi, di avere rapporti di amicizia con tutti e di conoscere
il Paese in cui si trovano. Non si può amare un Paese se non lo si conosce. La speranza
è che questo Centro possa portare i vari rappresentanti ad una discussione più franca,
più concreta sui reali problemi e sulle possibili soluzioni.
R. - La nostra
partecipazione come ortodossi vuole sostenere questa iniziativa molto significativa,
proveniente dall’Arabia Saudita. Non esiste altra alternativa al dialogo e all’avvicinamento.
Da queste due realtà nasce la conoscenza e il rispetto e la parola greca “dialogo”,
logos dia, sta a significare quando due persone si guardano faccia a faccia, si conoscono,
si rispettano. La base, dunque, è conoscersi e rispettarsi.