2012-11-27 16:10:13

Concluso a Mazara del Vallo l'incontro della Conferenza episcopale regionale del Nord Africa


Unico mare unica terra
“Il fatto che la nostra Conferenza si sia riunita in Sicilia, nel cuore del Mediterraneo, sottolinea l’urgenza del dialogo delle culture, dei popoli e delle religioni fra le tre rive di questo mare. La guerra in Siria, la situazione del Nord Mali, l’intensificazione delle migrazioni, l’estremismo di certi gruppi religiosi rinforzano le preoccupazioni di questi giorni. Bisogna fermare le armi perché non risolvono nessun problema». Lo hanno scritto in un documento gli otto vescovi del Maghreb: mons. Vincent Landel, arcivescovo di Rabat, mons. Santiago Agrelo Martínez, arcivescovo di Tangeri, mons. Ghaleb Moussa Abdalla Bader, arcivescovo di Algeri, mons. Maroun Elias Lahham, arcivescovo di Tunisi, mons. Paul Desfarges vescovo di Constantine, mons. Alphonse Georger, vescovo di Oran, mons.Claude Rault, vescovo di Laghouat e mons. Sylvester Carmel Magro, vicario apostolico di Bengasi, a margine della Conferenza episcopale regionale del Nord Africa (Cerna), riunita nei giorni scorsi a Mazara del Vallo. L’incontro si è svolto nell’ambito dell’incontro internazionale di studi sul dialogo interculturale e interreligioso nel Mediterraneo, «Sponde 2012».
“Le nostre Chiese sono modeste, fragili e piccole — ha detto l’arcivescovo di Rabat e presidente della Cerna, mons. Vincent Landel citato dall’Osservatore Romano — ma sono la testimonianza vivente di umanizzazione, dialogo, servizio, preghiera, esperienza in quei territori. Questi termini sono gli elementi fondamentali del nostro percorso di evangelizzazione”. Durante i lavori, la Conferenza episcopale regionale del Maghreb ha affrontato il tema della pedofilia. “Abbiamo lavorato per l’elaborazione di un vademecum per affrontare al meglio i casi di pedofilia — ha spiegato l’arcivescovo Landel — una commissione ad hoc si occuperà dell’elaborazione del documento». Particolare attenzione è stata posta dai vescovi della Cerna anche al fenomeno delle migrazioni. «I migranti sono numerosissimi — ha sottolineato l’arcivescovo di Rabat — e questo è un fenomeno che le nostre Chiese non possono sottovalutare ma che anzi devono prendere in considerazione. I migranti non sono soltanto quelli che vivono nei nostri Paesi, ma anche quelli che arrivano dal Sud Sahara, ai quali i nostri territori per loro sono solo terre di passaggio, per poi raggiungere la Sicilia”.
Ancora oggi, nonostante le campagne di sensibilizzazione, i migranti vengono emarginati. Al riguardo monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, ha spiegato che la diversità non deve essere un elemento di conflitto, «ma una risorsa che ci fa crescere. La presenza qui di questi vescovi, che nelle loro diocesi vivono la doppia funzione di presenza/estraneità è la testimonianza che siamo una sponda unica in un mare che ci unisce”. Emblematica in questo senso è stata le testimonianza del padre gesuita Samir Khalil Samir. “Nel mondo arabo — ha detto il religioso — non c’è persecuzione contro i cristiani, ma c’è discriminazione. I cristiani non sono trattati nello stesso modo dei musulmani, che invece sono considerati cittadini normali destinatari delle leggi. Gli altri, costituzionalmente, sono cittadini, ma concretamente le leggi lasciano i cristiani in una condizione svantaggiata. Inoltre — ha concluso — la libertà di coscienza è inesistente, esiste solo la tolleranza nell’ambito della quale un cristiano può rimanere in terra islamica ma con tanti limiti”.

(L’Osservaore Romano)









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