Paraguay: la Chiesa chiede giustizia per i contadini in sciopero della fame in carcere
La chiesa del Paraguay chiede giustizia per i quindici contadini detenuti da giugno
scorso accusati della sparatoria che durante uno sgombro dei “senza terra” ha provocato
la morte di sei poliziotti e undici agricoltori in una tenuta del Curuguayty, nel
nordest del Paese. Il comunicato della Conferenza episcopale paraguayana ha chiesto
che siano chiarite le circostanze e le responsabilità dei fatti e sia fatta giustizia
al più presto. Il nuovo intervento della Chiesa è dovuto al grave stato di salute
dei quattro contadini arrestati che da 59 giorni stanno facendo uno sciopero della
fame per essere liberati. Venerdì scorso, le autorità hanno trasferito i quattro a
un ospedale nel centro del Paese e, da sabato, potranno beneficiare degli arresti
domiciliari. “La Chiesa ha accompagnato spiritualmente e materialmente i contadini
privati dalla loro libertà”, sottolinea la nota dell’episcopato ricordando il costante
contatto con le autorità, in particolare con il Procuratore Generale, per verificare
il rispetto delle procedure legali e dei diritti umani. I tragici eventi - che hanno
portato alla destituzione dell’allora Presidente Lugo - sono accaduti in una proprietà
contesa tra lo Stato e la famiglia di un potente imprenditore. Gli avvocati difensori
dei “senza terra” sostengono che ci sono prove della presenza di franchi tiratori
mentre i procuratori parlano di un’imboscata preparata e pianificata dai contadini
che occupavano la proprietà. Insieme alla Chiesa, sono numerosi i gruppi e le organizzazioni
per i diritti umani che seguono con attenzione la sorte dei detenuti. In questi ultimi
giorni ci sono stati sit-in notturni davanti al Palazzo di Giustizia che però sono
stati regolarmente sciolti dalla polizia. (A cura di Alina Tufani)