Egitto: un morto e 20 feriti nei disordini scoppiati dopo le misure del presidente
Morsi
Fine settimana di tensione in Egitto. Un morto e 20 feriti ieri nei disordini scoppiati
a Damanhour, nel Delta del Nilo. Intanto il presidente Morsi incontrerà oggi il Consiglio
giudiziario supremo per far rientrare la crisi istituzionale. Domani grandi manifestazioni
di piazza convocate dai Fratelli Musulmani e dall’opposizione. Il servizio di Benedetta
Capelli:
E’ un Paese
in subbuglio l’Egitto. Un ragazzino di 15 anni ha perso la vita, forse per una bastonata
alla testa, nell’attacco al quartier generale dei Fratelli Musulmani a Damanhour,
oltre 20 i feriti. Al Cairo si è nuovamente infiammata Piazza Tahir, dove all’alba
di ieri era stato eretto un muro di divisione per evitare l’avvicinarsi dei manifestanti
al Parlamento e al Consiglio dei ministri. Per tutto il giorno si sono udite le sirene
delle ambulanze e il fumo dei lacrimogeni ha reso irrespirabile l’aria intorno alla
piazza. Intanto il presidente Morsi, al centro delle proteste per le misure che hanno
concentrato gran parte del potere nelle sue mani, ha ribadito la natura temporanea
dei provvedimenti, volti esclusivamente – ha detto - ad impedire il blocco del Parlamento
e per mantenere la neutralità della magistratura. Parole che con ogni probabilità
oggi ripeterà al Consiglio giudiziario supremo che già ha mostrato un’apertura: ha
invitato infatti i tribunali a non scioperare – come era avvenuto ad Alessandria ieri
– ma ha posto dei paletti chiedendo che l’inappellabilità delle decisione di Morsi
riguardino solo la sovranità del paese. Un appello al dialogo nazionale più volte
ripetuto dalla presidenza che intende anche scongiurare le grandi manifestazioni di
domani; a scendere in piazza saranno i Fratelli musulmani da una parte e tutte le
opposizioni dall’altra. Sciopereranno pure i giornalisti. Dunque una piazza diversa
da quella che un anno fa cacciò Mubarak: così il prof. Massimo Campanini docente
di Storia dei Paesi islamici all’Università di Trento, al microfono di Massimiliano
Menichetti:
R. - È completamente diversa quella di un anno fa, la quale
esprimeva una sorta di democrazia dal basso. Qui c’è un’aggregazione di forze politiche
che si oppongono a Morsi presentando potenzialmente un piano alternativo, però non
vedo nelle forze laiche e di sinistra quel sostegno popolare che hanno invece i Fratelli
Musulmani.