Premio Sant'Agostino al cardinale Scola e al principe di Giordania Bin Talal
La prima edizione del Premio Sant'Agostino, promosso dalla Fondazione Osservatorio
del Mediterraneo in collaborazione con l'Accademia di Studi Interreligiosi di Milano,
è stato assegnato al cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano e presidente della
Fondazione Internazionale Oasis, al principe di Giordania Ghazi Bin Muhammad Bin Talal,
al consigliere del Re del Marocco André Azoulay, presidente della Fondazione Euromediterranea
Anna Lindh, e al direttore della rivista Le Monde des Religions, Frédéric Lenoir.
La consegna del riconoscimento per la promozione del dialogo interreligioso è avvenuta
ieri mattina alla Biblioteca Ambrosiana di Milano. Per il principe di Giordania, che
non era presente, ha ritirato il premio l'ambasciatore del Regno di Giordania, Zais
Al-Lozi. Il premio ha inteso onorare la memoria di un grande santo che fu pioniere
dei legami tra le due rive del Mediterraneo: nato sulla sponda africana trovò la fede
sulla riva europea, per poi tornare ad esercitare a Ippona, l'attuale An-Naba in Algeria,
il suo magistero di vescovo predicatore della concordia e del dialogo. Il direttore
della Fondazione Osservatorio del Mediterraneo, Mohamed Nadir Aziza, ha spiegato che
questo "è un doppio omaggio: a Sant'Agostino e a Sant'Ambrogio, e in particolare all'incontro
tra i due. Agostino come promotore della tolleranza e per questo vogliamo che le religioni
tornino ad essere una scuola di tolleranza". Il cardinale Angelo Scola ha ricordato
che Sant’Agostino “è stato l’uomo della ricerca inesausta della verità” e - come ricorda
Benedetto XVI - alla fine scoprì che “invece di raggiungere la verità, era stata la
verità a raggiungere lui”. «Non dimentichiamo mai l’esperienza di sant’Agostino –
esorta Benedetto XVI –: non siamo noi a possedere la Verità dopo averla cercata, ma
è la Verità che ci cerca e ci possiede» . Questa consapevolezza – ha aggiunto il cardinale
Scola - è tanto più necessaria in una società plurale quale quella odierna, qualora
essa non voglia appiattirsi su un infecondo relativismo. Oggi i cristiani – ha proseguito
- sentono la responsabilità di proporre la vita buona del Vangelo in tutti gli ambiti
dell’umana esistenza. Non pretendono una egemonia e non possono sottrarsi al dovere
della testimonianza. L’alternativa tra egemonia e testimonianza è davvero cruciale.
E Sant’Agostino, con la sua vita e con i suoi insegnamenti, ci mostra come la seconda
delle due posizioni sia più adeguata alla natura stessa della verità”. Il porporato
ha quindi affermato che “a livello civile e anche politico, la logica della testimonianza
piuttosto che dell’egemonia si traduce oggi nell’impegno per la libertà di religione,
in tutte le sue dimensioni”.