Nell’ambito della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti e in coincidenza
con la Settimana europea del baratto, è terminata ieri la 33.ma edizione della Fiera
del baratto e dell’usato di Napoli. La Fiera, che ha riunito artigiani, collezionisti
e privati cittadini, ha avuto lo scopo di sensibilizzare verso strategie e politiche
di prevenzione dei rifiuti, attraverso la cultura del riutilizzo, del riciclo e del
recupero di oggetti. Oggetti che, altrimenti, verrebbero gettati aumentando la già
pesante quantità di rifiuti. Al microfono di Eliana Astorri,Augusto La
Cala, vicepresidente di ‘Bidonville’, l’associazione culturale che ha organizzato
l’evento:
R. - Bidonville
è l’associazione che riutilizza tutto. Lo scopo è quello di dare uno stimolo alle
persone perché riflettano un po’ di più su quelli che potrebbero essere - per noi
lo sono - dei piccoli contributi e delle soluzioni alle problematiche sia ambientali
sia a quelle che consentirebbero di poter risparmiare qualcosa - visto che l’usato
si contrappone, per così dire, al nuovo anche da questo punto di vista - per potersi
permettere la soddisfazione del desiderio di esigenze a prezzi inferiori. La società
del consumo e di quell’usa e getta, purtroppo, ha preso un po’ il sopravvento,
ed è per questo che anche il nostro nome “Bidonville” è inteso proprio ad indicare
“la città dei bidoni” in quanto il bidone per noi non è un rifiuto ma piuttosto una
risorsa. Noi parliamo di scarti; non parliamo mai di rifiuti. Scarti che potrebbero
essere per qualcuno, in quel momento, non necessari ma invece essere utili, anzi importanti
per altri: quindi, contestualizzare le esigenze, il bisogno degli oggetti o della
funzione dell’oggetto, a seconda dei momenti di vita di ognuno di noi. Noi sosteniamo
che oggi dare una seconda vita alle cose è un’esigenza sicuramente prioritaria. Se
guardiamo negli armadi, nelle soffitte, nelle cantine, siamo pieni di merci, di cose
che a volte non usiamo e teniamo lì perché poi è un peccato buttarle o perché sono
in ottime condizioni e possono essere donate ad altri. Ecco, questo è quello che a
noi piace come momento, come filosofia: entrare nella mentalità che usato è più bello.
Usato è più bello perché prima di tutto è collaudato, seconda cosa perché è economico,
terza cosa perché quell’atto, quel gesto che andiamo a fare sappiamo che in qualche
modo eviterà l’incrementarsi in discarica di quello che appunto sono le vergogne che
questo nostro territorio sta vivendo. Inoltre non dimentichiamo che in contemporanea
con la Settimana della riduzione dei rifiuti, si svolge la Settimana europea del baratto:
ecco che le due cose si abbinano e sono perfettamente parallele; il baratto come forma
arcaica di scambio - baratto o permuta che dir si voglia, integrazione economica del
valore di quello che può essere l’effettivo scambio tra due soggetti - perché poi
la sua funzione non è soltanto quella di interesse specifico. Se andiamo ad analizzarla
in modo più approfondito, si scoprono anche degli aspetti sociali, di solidarietà.
Ci sono dei momenti all’interno della Fiera del baratto e dell’usato - ormai è giunta
alla sua 33.ma edizione - in cui le classi sociali si azzerano.
D. - La Fiera
del baratto e dell’usato si svolge nel weekend a Napoli: vogliamo invitare gli ascoltatori
di Roma e provincia?
R. - Con molto piacere, perché le occasioni per i collezionisti
- io la chiamavo la caccia al tesoro - per gli amanti del piccolo modernariato, del
piccolo antiquariato sono tante. Poi ci sono oggetti firmati, quadri…. Qui la cultura
esce fuori perché a volte un Topolino, un Diabolik o un quadro firmato proposti a
chi ne conosce il valore permette di fare degli affari, dando l’opportunità di soddisfare
le proprie voglie al giusto prezzo. Quindi lo slogan per noi è: “Fa bene all’ambiente,
fa bene alla tasca”. Questo è fondamentale da tener conto.