2012-11-24 11:17:43

Giornata nazionale del Parkinson: 250mila i malati in Italia


E' stata celebrata ieri la Giornata nazionale della malattia di Parkinson, descritta per la prima volta da James Parkinson, un farmacista chirurgo londinese del XIX secolo, nel suo documento "Trattato sulla paralisi agitante”. In Italia, i malati sono circa 250 mila. Contrariamente a quanto si possa pensare, non è una patologia prerogativa dell’anziano. Nel 10% dei casi esordisce sotto i 40 anni. La Limpe, Lega italiana per la lotta contro il Parkinson, avvia uno studio per prevenire le cadute delle persone affette da Parkinson, dovute al loro instabile equilibrio ed esorta a inviare un sms al 45596 per sostenere le ricerche su questa patologia. Partecipa allo studio anche il Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma. La dottoressa Anna Rita Bentivoglio, illustra il progetto e gli obiettivi della ricerca. L'ntervista è di Eliana Astorri:RealAudioMP3

R. – La malattia di Parkinson è una malattia che colpisce il sistema nervoso centrale e in particolare colpisce alcuni nuclei nella profondità del cervello, che sono particolarmente coinvolti nel controllo dei movimenti. E’ come se alcune cellule invecchiassero prima delle altre in modo selettivo.

D. – E si conoscono le cause?

R. – In una piccola parte dei pazienti ci sono delle cause genetiche note e nella gran parte dei pazienti, però, questa è una malattia che si presenta non in forma familiare, ma in forma cosiddetta sporadica. Ci sono molte ipotesi sia sui fattori ambientali che sui fattori di predisposizione genetica, ma una causa precisa per le forme più frequenti di Parkinson, che sono quelle della persona in età medio avanzata e che non ha familiarità per la malattia, ancora non è nota.

D. – La ricerca farmacologica, sostenuta anche da iniziative come quella della Giornata nazionale, è volta verso quali obiettivi?

R. – Quello che sarebbe il nostro sogno è di trovare delle strategie terapeutiche, che possano fermare il processo degenerativo o almeno rallentarlo in modo significativo. Ad oggi esistono delle sostanze interessanti che, usandole in laboratorio, hanno dato risultati straordinari e che noi somministriamo anche nella pratica clinica, vedendo che i nostri pazienti stanno meglio. Quello che dovremmo fare, però, nel prossimo futuro sarà senz’altro trovare delle sostanze che interferiscano con il processo di degenerazione cellulare e questo, certo, non solamente per il Parkinson, ma anche per le altre malattie neurodegenerative. Non ci dimentichiamo poi che, oltre alle strategie farmacologiche, che riguardano la stragrande maggioranza dei pazienti, esistono anche terapie chirurgiche, che noi possiamo mettere in atto per pazienti selezionati che abbiano dei problemi particolari. Tra questi due estremi – terapie farmacologiche per bocca e terapie neurochirurgiche – esistono strategie per il paziente con sintomi di una certa importanza e quadri particolarmente complessi, in cui possiamo mettere pompe da infusione con un rilascio continuo di farmaci direttamente nell’intestino oppure altri farmaci, che possono essere somministrati attraverso pompe per infusione sottocutanea. Un po’ come fanno le persone affette da diabete con le pompe da insulina.

Ultimo aggiornamento: 25 novembre 2012







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