Embrioni crioconservati. Quale futuro? Scienza e Vita si interroga sulla possibilità
di adottarli
Solo nel 2010 sono stati oltre 113 mila gli embrioni formati attraverso tecniche di
procreazione medicalmente assistita: di questi, 16.280 sono stati crioconservati.
Il numero di queste “vite in stand-by” è destinato ad aumentare dopo che nel 2009
la Corte Costituzionale ha, di fatto, abolito il limite di tre embrioni a impianto
previsto dalla legge 40, proponendo la creazione di un “numero di embrioni” non superiore
a quello “strettamente necessario”. Di questo si è parlato a Roma nel corso del Congresso
nazionale di "Scienza e Vita" dal titolo “Embrioni crioconservati. Quale futuro?”.
Paolo Ondarza ha chiesto al presidente dell’associazione, Lucio Romano,
se è possibile quantificare il numero totale di embrioni crioconservati oggi in Italia:
R. – Non abbiamo
un dato ufficiale in merito al numero totale di embrioni crioconservati, ma certamente
sta aumentando in maniera esponenziale e si pone il grande problema di questi embrioni:
quale destino avranno poi un domani quando, ineluttabilmente, non verranno impiantati?
E in questo ambito, “Scienza e Vita” si pone il grande interrogativo di analizzare
tutte le varie possibilità ed in particolare in maniera chiara ed inequivocabilmente
ufficiale, si dichiara contraria all’uso degli embrioni per la sperimentazione perché
- sappiamo benissimo - che in questa ottica gli embrioni andranno a morire. Poi c’è
l’ipotesi di proseguire la crioconservazione; ma il tema principale che noi affrontiamo
è quello dell’adozione degli embrioni crioconservati.
D. – Siete favorevoli
a questa possibilità?
R. – E’ un tema, questo, molto delicato. La nostra posizione
è quella di affrontare questa tematica, in quanto l’adozione implica il concetto chiaro
ed inequivocabile che l’embrione ha uno statuto personale. Di fronte alla crescita
del numero di embrioni crioconservati, dobbiamo evitare quel criterio convenzionale,
che in alcuni Stati è stato ratificato, secondo il quale dopo un certo numero di anni
gli embrioni possono essere distrutti. Questo è un criterio completamente inesatto.
Noi abbiamo dati di gravidanze avute dopo 20 anni – 19 anni e sette mesi – di crioconservazione
degli embrioni.
D. – Approvare l’adozione per nascita potrebbe legittimare
in qualche modo la fecondazione eterologa, o comunque aprire a questa strada, che
voi da sempre avete contestato?
R. – Non credo che legittimare l’adozione degli
embrioni possa legittimare la fecondazione artificiale eterologa. Poiché il procedimento
di fecondazione artificiale eterologa è già avvenuto: si tratta di dare una possibilità
di vita ad embrioni che sono stati pensati per nascere. Noi siamo contro l’uso del
termine donazione di embrioni, perché con la donazione si contempla tutta una
serie di procedimenti che non ha nulla a che vedere con l’adozione stessa.
D.
– Il termine adozione, invece, implica una visione antropologica, che riconosce
il valore di persona all’embrione e non vede nell’embrione solo un “grumo di cellule”
…
R. – L’adozione si riferisce sempre ad una persona. Io non posso adottare
un oggetto: posso adottare soltanto un soggetto. Ecco perché alcune
componenti, soprattutto i laicisti – se possiamo dire così – cercano di svolgere un’azione
di ostracismo nei confronti dell’adozione stessa, perché hanno capito perfettamente
che in questo modo si acquisirebbe in maniera ufficiale una verità oggettiva, cioè
quella dello statuto ontologico, e quindi di conseguenza anche giuridico, della dignità
di persona all’embrione stesso.
D. – Riflettere sull’adozione per la nascita
degli embrioni crioconservati, implica un percorso lungo: a che punto siete in questa
riflessione, anche per dare eventualmente una risposta a quelle coppie che sarebbero
interessate a questa possibilità?
R. – Certo, affrontiamo il tema con grande
prudenza, per le eventuali ripercussioni che ne potrebbero conseguire. Ma è sicuramente
un’apertura di speranza. Oltre ad essere un’apertura di speranza per le donne che
potrebbero adottare questi embrioni, io dico che è un’apertura di speranza per gli
embrioni.