Egitto: la posizione dei copti davanti alle nuove rivolte al Cairo
L'appuntamento è fissato per martedì 27 novembre. Quel giorno, una delegazione delle
Chiese cattoliche in Egitto si recherà in visita al Patriarca Tawadros II, incoronato
Papa dei copti ortodossi domenica 18 novembre. “In quell'occasione” assicura all'agenzia
Fides il vescovo di Assiut Kyrillos William, vicario patriarcale dei copti cattolici
- ci consulteremo e coordineremo le nostre iniziative davanti all'emergenza che sta
attraversando il nostro Paese”. I decreti costituzionali con cui il presidente Morsi
ha ampliato i propri poteri continuano a sollevare proteste e agitazioni nel grande
Paese nord-africano. Piazza Tahrir si è di nuovo riempita di manifestanti contro quello
che viene percepito come un attentato alla nascente democrazia egiziana. “I seguaci
di Morsi” spiega a Fides il vescovo Kyrillos “sostengono che questi provvedimenti
sono necessari proprio per salvaguardare il cammino della rivoluzione. Ma tutti gli
altri parlano di deriva verso la dittatura e dicono che il presidente Morsi vuole
diventare un nuovo faraone”. La scorsa settimana i rappresentanti delle comunità cristiane
hanno confermato il proprio ritiro dalla Assemblea costituente, come risposta alle
pressioni in atto per orientare in senso islamista la carta costituzionale egiziana.
Ieri ha suscitato clamore anche il forfait annunciato dal consigliere presidenziale
copto Shamir Morcos, considerato finora un intermediario prezioso tra la Presidenza
Morsi e la comunità copta. “Morcos” ricorda a Fides il vescovo Kyrillos ”era assistente
del Presidente per la democratizzazione del Paese. Le motivazioni del suo ritiro sono
eloquenti: Morcos ha dichiarato che gli ultimi decreti del Presidente, adottati senza
alcuna consultazione, hanno sabotato proprio quel processo di sviluppo della democrazia
che lui avrebbe dovuto monitorare, riducendo il suo incarico a una funzione puramente
decorativa. (R.P.)