Mozambico: cresce il Pil ma è allarme per le diseguaglianze sociali
L’aumento del prodotto interno lordo non corrisponde a un miglioramento delle condizioni
di vita e del benessere di tutta la popolazione. È quanto denunciano i vescovi del
Mozambico che tornano a parlare dei gravi squilibri all’interno del Paese africano.
“Le condizioni di vita della popolazione restano molto difficili, segnate da una situazione
di povertà sempre più accentuata, soprattutto nelle zone rurali del Paese” si legge
in comunicato dei presuli ripreso dalla Misna. “Nonostante ci sia sempre più ricchezza,
i poveri sono sempre più poveri”, dicono, collegando questo fatto anche alla diffusione
della criminalità e dell’insicurezza. A 20 anni dalla firma del trattato di pace che
mise fine a una lunga guerra civile, la Conferenza episcopale mozambicana ha anche
sottolineato l’esigenza di consolidare i risultati raggiunti per favorire un clima
di giustizia e di dialogo tra le varie componenti. “Dobbiamo riscoprire il dialogo
giusto e rispettoso, nel rispetto dei diritti delle persone e delle popolazioni per
una soluzione dei conflitti che affliggono la nostra società in un momento cruciale”,
aggiungono i vescovi. Secondo le organizzazioni per la difesa dei diritti umani, gli
squilibri del Paese si riflettono anche sulla situazione della giustizia. In un rapporto
diffuso oggi dalla Lega mozambicana per i diritti umani e da Amnesty International
si denunciano in particolare le condizioni delle carceri. Sulla base dei dati contenuti
nel rapporto, migliaia di persone sono attualmente detenute per motivazioni pretestuose,
reati inesistenti, processi mai svolti. “Particolarmente a rischio – si legge – sono
le persone dei gruppi sociali più poveri, detenuti per mesi e a volte per anni in
celle squallide e sovraffollate pur non avendo commesso alcun crimine”. (M.G.)