2012-11-23 15:37:32

La Catalogna oggi al voto: favorito il partito indipendentista


Oggi, la Catalogna al voto anticipato per il rinnovo del parlamento locale. Le consultazioni rappresentano un importante test sulle istanze indipendentiste della regione orientale spagnola, considerata uno dei quattro motori economici dell’Europa. Secondo i primi exit poll avrebbe vinto il presidente catalano uscente, fautore dell'indipendenza, Artur Mas (Convergencia i Unio), ma senza conquistare la maggioranza assoluta dei seggi. Ma su quali basi si fonda il desiderio di Barcellona di separarsi da Madrid? Giancarlo La Vella lo ha chiesto al giornalista spagnolo, Antonio Pelayo, corrispondente dall’Italia per l’emittente Antena Tres:RealAudioMP3

R. - L’attuale presidente dell’autonomia catalana, Artur Mas, ha concentrato la sua campagna elettorale su questo argomento, perché, secondo lui, questo tema rappresenta una tematica alla quale la popolazione catalana è molto attenta. Ma la cosa è tutta da dimostrare. Secondo i partiti dell’opposizione con l’istanza nazionalista, che esiste sicuramente, Mas vuole nascondere l’insuccesso del governo, la corruzione del suo partito. Tuttavia, bisogna dire che all’interno della popolazione catalana, come in quella basca ad esempio, c’è una parte che sente molto questo desiderio di indipendenza.

D. - In un’Europa che punta - sia pure con difficoltà - a una maggiore unione, che cosa accadrebbe se la Catalogna optasse per l’indipendenza?

R. - C’è una forte delusione per l’Europa, che favorisce certi sentimenti, ma il problema è che il presidente Mas nasconde nella sua campagna elettorale che la Catalogna indipendente automaticamente uscirebbe dall’Europa e questo sicuramente i catalani non lo vogliono. Un’uscita dall’Unione significherebbe abbandonare l’euro, richiedere di nuovo l’ingresso nella Comunità europea, passare tutti gli esami necessari. Ovvero, per 8-10 anni i catalani non avrebbero la possibilità di essere europei. Malgrado tutte le delusioni, questo non è ciò che vogliono.

D. - Gli spagnoli si riconoscono ancora in un’unità rappresentata dalla monarchia, dal parlamento, dalla capitale, dalla bandiera?

R. - Credo che la cosa fondamentale sia non vedere questo come un’alternativa. Ci sono molti catalani che oggi dicono: “Io voglio essere catalano, voglio avere la mia lingua, la mia cultura, il mio modo di essere, di vivere; ma, nello stesso tempo, non voglio non essere spagnolo”. Finora, questo ha funzionato e dovrebbe funzionare ancora, ma evidentemente soltanto con il ricorso alle urne possiamo sapere se ci sarà una maggioranza di catalani che vogliono la secessione, o se c’è una maggioranza di catalani che dice: amiamo la nostra lingua, la nostra cultura, la nostra religione, tutto quello che vogliamo, ma senza rompere l’unità della Spagna che è una parte della nostra storia, come la Catalogna è una parte della storia della Spagna.

Ultimo aggiornamento: 25 novembre 2012







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