Egitto. Tensione dopo l'allargamento dei poteri di Morsi, 50 feriti ad Alessandria
Infuria la protesta in Egitto, non soltanto nella capitale ma anche ad Alessandria,
Port Said ed in altre città del paese. I movimenti laici e liberali sono scesi in
piazza per protestare contro il decreto che rende quasi illimitati i poteri del presidente
Mohamed Morsi, ex leader dei Fratelli Musulmani. " Non vogliamo un altro faraone",
"Morsi è come Moubarak", hanno gridato i manifestanti che ancora una volta hanno invaso
Piazza Tahrir. Secondo il ministero della sanità, almeno 50 persone sono rimaste ferite
negli scontri tra oppositori e sostenitori del presidente. Il bilancio peró è destinato
a crescere. Ad Alessandria ed in altre città lungo il canale di Suez, sono stati dati
alle fiamme gli uffici del Partito dei Fratelli Musulmani. Ma a poche ore dal suo
successo diplomatici che ha portato ad una tregua tra Israele ed Hamas, Morsi respinge
le accuse;" sono stato eletto con libere elezioni", ha detto ai suoi sostenitori,
" sto lavorando per la libertà del paese". (Amina Belkacem) Sulle misure decise
dal presidente egiziano Morsi, Benedetta Capelli ha intervistato Francesca
Maria Corrao,docente di Lingua e Cultura araba presso la Luiss “Guido
Carli” di Roma:
R. – I cambiamenti
sono sempre un po’ ambigui, di doppia lettura. Da una parte, realizzano mutamenti
che sono legittimi, o quantomeno accolgono il favore della popolazione perché vogliono
riaprire le inchieste e i processi che hanno giudicato sia Hosni Mubarak sia la sua
giunta. Quindi, Morsi fa questa mossa per proteggere la rivoluzione e per fare realmente
giustizia. In pratica, però, dice che è un’operazione di tipo temporaneo e che nel
momento in cui sarà stata ristabilita la giustizia, restituirà agli organi giudiziari
le libertà e le prerogative costituzionali. Questo, al tempo stesso, allarma moltissimo
l’opposizione di matrice liberal-costituzionalista, perché comunque è difficile procedere
a una vera giustizia senza tener saldi i diritti istituzionali e costituzionali.
D.
– La tutela dei Fratelli musulmani, che dominano sia il Consiglio della Shura sia
l’Assemblea costituente, può influire anche sulla realizzazione e sulla messa a punto
del testo costituzionale che proprio l’Assemblea costituente sta scrivendo?
R.
– Mi pare proprio di sì. Credo che da una posizione liberale sia giusto che le varie
componenti partecipino. Mi sembra che il modo in cui sia stata stilata e il modo in
cui si stia ancora lavorando dimostra che si ha rispetto delle opinioni e delle istituzioni
maggiori. Io auspico che questo passo del presidente possa rientrare e che quindi
il Morsi mantenga la parola data e che sia garante di tutti i cittadini egiziani.
D.
– Quanto deciso mette all’angolo anche il generale Tantawi, ex capo della giunta militare:
è un bene o un male, questo?
R. – La situazione è molto complessa, perché comunque
i militari – anche economicamente – rappresentano una potenza notevole nel Paese.
Tuttavia, nei militari non c’è una sola anima: ci sono espressioni politiche di tipo
diverso. Comunque, la decisione di Morsi accentra il potere e l’accentrare il potere
non è un elemento che garantisce liberalità e democrazia.
D. – Quali scenari
si apriranno adesso, secondo lei, nel Paese? Quanto la comunità internazionale, che
tanto ha puntato su Morsi per mediare nel conflitto israelo-palestinese, vorrà intervenire
in questo contesto?
R. – La società egiziana è una società matura e all’interno
del Paese ci sono interlocutori di grandissimo valore. La scuola giuridica egiziana
è molto importante e ci sono dei protagonisti politici attivi e preparati, tali da
potersi immaginare un dibattito interno che possa fare evolvere in senso positivo
questa fase di transizione. E’ chiaro che è una fase di transizione, una scelta tutta
interna all’Egitto. Ma noi dobbiamo essere sensibili alle sollecitazioni per favorire
lo sviluppo positivo del Paese in questa fase, e credo che ci sia bisogno di molto
sostegno, sicuramente anche in termini economici e non soltanto politici: è chiaro
che l’Egitto stia attraversando una fase molto critica.