Brasile: popoli indigeni “protagonisti della propria storia"
“L'identità del Cimi è l'alleanza con i popoli indigeni, perché questi non perdano
la propria identità”: lo ha dichiarato il presidente del Consiglio Indigenista Missionario
(Cimi), il vescovo della prelatura di Xingu, mons. Erwin Krautler, durante la Messa
di apertura del Congresso che celebra i 40 anni dell'organizzazione, a Luziânia, in
Brasile. Iniziato martedì scorso, il Congresso raduna 250 persone da tutto il Paese,
per trattare il tema "Radici, Identità, Missione", ricordando la storia del Cimi,
organismo della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb ). Secondo mons.
Erwin, la cosa peggiore che possa capitare ad un popolo è perdere la propria identità,
proprio per questo motivo nei suoi 40 anni di esistenza il Cimi ha aiutato le popolazioni
indigene a preservare la propria identità. Il presidente ha aggiunto che, in questo
periodo, il Cimi ha imparato molto dagli indigeni: “Sono finiti i tempi in cui abbiamo
lavorato a favore delle popolazioni indigene, senza includerle nel nostro cammino.
Non sono oggetto della nostra carità, ma protagonisti della propria storia, e noi
siamo il loro alleato". La nota inviata dal Cimi all'agenzia Fides riferisce anche
la risposta di mons. Erwin alle critiche rivolte al Cimi: “Non ci siamo mai affiliati
ad alcuna fazione o partito politico. La nostra bandiera è la vita delle popolazioni
indigene. Così abbiamo il coraggio di affrontare una politica anti-indigena, che rimane
ancora in vigore nel Paese". Il programma del Congresso, che si concluderà domani,
comprende alcuni momenti dedicati al ricordo dei 40 anni di vita del Cimi. Oggi è
prevista la partecipazione del vescovo emerito di Goiás, mons. Tomas Balduino, uno
dei fondatori del Cimi, che sarà festeggiato per i suoi 90 anni. La cerimonia di chiusura
prevede l’approvazione di un "Manifesto dei 40 anni del CIMI". (R.P.)