2012-11-21 13:46:28

Congo: dopo la caduta di Goma in mano ai ribelli, rabbia e timori nel Paese


Mentre i ribelli del Movimento del 23 marzo (M23) hanno preso il controllo di Goma, capoluogo della ricca e remota provincia del Nord-Kivu, l’onda lunga del conflitto nell’Est ha già raggiunto altre città della Repubblica Democratica del Congo. A Kinshasa, che dista circa 1500 chilometri, un gruppo di individui non meglio identificati ha cercato di introdursi con la forza nelle ambasciate del Rwanda e dell’Uganda. Nella capitale ma anche a Kisangani, capoluogo della provincia Orientale che a sud confina con il Nord-Kivu - riferisce l'agenzia Misna - migliaia di studenti universitari e liceali sono scesi in piazza in segno di protesta per “l’aggressione subita”. Edifici pubblici e privati sono stati danneggiati, tra cui alcune sedi del Partito del popolo per la ricostruzione e la democrazia (Pprd, presidenziale) e del Movimento sociale per un rinnovamento (Msr, maggioranza). A Bunia, capoluogo dell’Ituri nella provincia Orientale, gruppi di giovani hanno invece attaccato il quartiere generale della locale missione Onu, la Monusco, scandendo slogan contro l’Onu e il governo congolese. A Bukavu, capoluogo della provincia ‘sorella’ del Sud-Kivu, fonti locali della Misna riferiscono di un clima di “incertezza” e di “delusione diffusa tra la gente che si sente abbandonata dai governanti”. Nelle ultime ore, ad accrescere i timori di una possibile ‘discesa’ verso sud dei ribelli del M23, è stata la circolazione di “notizie molto preoccupanti sul piano militare nazionale ed internazionale” ha dichiarato l’analista politico Jean-Jacques Wondo, al sito della diaspora congolese ‘Ingeto’. Mettendo il comando delle Fardc (esercito congolese) davanti al fatto compiuto, il presidente Kabila avrebbe dato l’ordine alla forza aerea di lasciare Goma e dintorni per ritirarsi a Bukavu; tre elicotteri si troverebbero già al locale aeroporto. “Una mossa incomprensibile che annienta l’efficacia delle operazioni congiunte aeree Fardc-Monusco le uniche che negli ultimi tempi sono riuscite a infierire un duro colpo ai ribelli e al suo alleato ruandese mentre le unità di terra sono mal equipaggiate, disorganizzate e poco motivate” ha sottolineato Wondo. Le truppe di terra, ritiratesi da Goma, o respinte sulla base di un’altra versione dei fatti, si sarebbero riposizionate a Sake (Nord-Kivu) e Minova (Sud-Kivu). Stamani fonti di stampa belga scrivono che “gli insorti starebbero avanzando anche sulla strada che porta a Bukavu”. A Goma, i ribelli del M23 sembrano avere già ottenuto i primi risultati concreti dopo l’ultimatum di 24 ore lanciato ieri ai militari: quello di consegnarsi, farsi identificare e arruolarsi tra le loro fila. Immagini pubblicate dall’emittente panaraba Al Jazeera documentano la resa di centinaia di soldati e agenti di polizia congolesi, raggruppati nello stadio del capoluogo. Alla luce delle nuove incognite che ha aperto lo scenario della caduta di Goma, oggi gli occhi dei congolesi saranno anche puntati verso il Consiglio di sicurezza dell’Onu, chiamato a pronunciarsi su una possibile revisione del mandato della Monusco e un dispiegamento di altre truppe a sostegno dei 1500 Caschi blu ancora presenti nel capoluogo del Nord-Kivu. (R.P.)







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