2012-11-20 12:22:53

Una suora da Gaza: "la situazione è tragica". Primo cristiano morto


Si chiamava Abu Boulos Salem, aveva circa 50 anni e 5 figli, la prima vittima cristiana dell'operazione “Colonna di fumo” condotta dalle forze armate israeliane nella Striscia di Gaza. “Aveva problemi cardiaci e non ha retto alla tensione di questi giorni. Non si è più risvegliato dopo che era riuscito per un po' a prendere sonno” racconta all'agenzia Fides suor Maria di Nazareth, religiosa del ramo femminile dell'Istituto del Verbo Incarnato a cui è affidata la cura pastorale della parrocchia cattolica della Sacra Famiglia. Boulos Salem era un cristiano ortodosso. Al suo funerale, celebrato ieri mattina presso la chiesa greco-ortodossa di Gaza, hanno preso parte anche molti cattolici, a cominciare dal parroco, don Jorge Hernandez. Suor Maria di Narazeth racconta al microfono di Benedetta Capelli come si vive in queste ore a Gaza: RealAudioMP3

R. – En estos dias, nosotras...
In questi giorni passiamo la maggior parte del tempo nella nostra casa. La situazione fuori è molto pericolosa. Le case a Gaza sono deserte. Le attività, in pratica, sono paralizzate: i negozi sono chiusi, non c’è scuola. Gli attacchi sono continui e gli ospedali stanno lavorando senza sosta. Il numero dei feriti è in crescita e si raccomanda di rimanere in casa. Abbiamo, però, l’elettricità e i telefoni funzionano, quindi possiamo tenerci in contatto quotidianamente con i fedeli della nostra parrocchia. Cerchiamo di sapere per telefono come stanno, se hanno bisogno di qualcosa e ci mettiamo a loro disposizione. La situazione, comunque, è molto difficile. Si sentono sempre le sirene dell’ambulanza e la gente ha molta paura: teme per i suoi figli. Anche i bambini soffrono. Ci sono crisi di nervi a causa della tensione o della paura che provano.

D. – Voi avete paura?

R. – No, por gracias de Dios...
No, grazie a Dio siamo qui, con il sostegno della sua grazia, per aiutare le persone, per accompagnarle in questo momento difficile che stanno attraversando. Noi sapevamo di correre questo rischio, che sarebbero potute succedere cose del genere e quando è arrivato il momento abbiamo deciso di rimanere accanto a loro specialmente per appoggiare i cristiani. Non abbiamo considerato l’alternativa di andarcene da qui. Per la gente è molto difficile restare nelle case, soprattutto quelli che vivono nella zona più vicina agli edifici pubblici, perché è quella più esposta al pericolo. Sappiamo di alcuni cristiani che hanno lasciato la loro casa per andare a vivere con alcuni familiari in una zona un po’ più sicura. In tutti i modi, tutta la città si trova in una situazione pericolosa.

D. – Vuole fare un appello per i cristiani di Terra Santa?

R. – Nosotras como religiosas, como...
Come religiose e come membri della Chiesa cattolica non prendiamo posizione a favore di nessuna delle parti implicate in questo conflitto. Siamo qui per trasmettere un messaggio di pace, di perdono, di giustizia che è quello che ci ha insegnato nostro Signore Gesù Cristo. Vogliamo quella pace che in questo momento sembra così difficile, tanto per i palestinesi come per gli israeliani. Preghiamo tutto il giorno. Abbiamo dedicato una giornata alle orazioni, con il Santissimo Sacramento esposto, per chiedere a Dio che ci doni la pace, Lui che ha il potere di muovere i cuori per concederci questo dono. E da parte degli uomini, il nostro appello è un appello alla pace, un appello perché cessi la sofferenza di tante persone innocenti che stanno patendo le conseguenze di questa situazione, soprattutto i bambini. Ci sono palestinesi che soffrono, ci sono israeliani che soffrono, ci sono cattolici che soffrono, ci sono musulmani che soffrono. Noi chiediamo la pace per tutti. Umanamente è molto difficile. Certamente gli uomini si possono impegnare per alleviare questo momento. Non si vede, a breve tempo, la possibilità che questo conflitto cessi ma noi stiamo vicine alla nazione. Dio è poderoso, Dio è un Padre che ascolta le domande dei suoi figli e crediamo che Lui possa muovere i cuori degli uomini, per mettere fine a questa situazione.

Ultimo aggiornamento: 22 novembre







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