Napoli: il cardinale Sepe su nuova evangelizzazione ed ecumenismo
“È iniziato con il Concilio, per la Chiesa cattolica ma anche per le altre Chiese,
un cammino irreversibile. E sulla sua irreversibilità non può esserci alcun dubbio.
Il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto di questo uno degli impegni prioritari del suo
pontificato”. Lo ha detto lunedì sera il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di
Napoli, intervenendo al convegno promosso dall’Ufficio nazionale per il dialogo interreligioso
e l’ecumenismo della Cei, nel capoluogo partenopeo, su “La nuova evangelizzazione
e l’ecumenismo”. “Per la Chiesa cattolica - ha proseguito il porporato - l’obiettivo
dell’ecumenismo è un processo di riconciliazione nel quale le varie Chiese, dopo aver
rielaborato e superato tutte le divergenze che sono fonte di divisione, possano finalmente
riconoscersi come l’unica Chiesa di Gesù Cristo e dare una forma visibile a questa
unità”. Per il cardinale - riferisce l'agenzia Sir - “gli sforzi ecumenici non possono
certamente perdere di vista le diverse identità”, ma “occorre andare oltre le identità.
E soprattutto le identità non possono definirsi attraverso la contrapposizione. Si
tratta di 'gareggiare’ nello stimarsi a vicenda, per citare l’Apostolo San Paolo,
e nella testimonianza”. A chi parla di inverno ecumenico, il cardinale Sepe risponde
che “ciò che ci unisce è molto di più di quello che ci divide” e “questa coscienza
deve irrobustirsi, se si vuole continuare il dialogo tra i cristiani”. Per il cardinale,
“è oggi indispensabile un ecumenismo di popolo. Oggi viviamo insieme, anche in Italia,
anche a Napoli, cristiani di diverse confessioni. A Napoli, come in tante altre città
italiane, oggi vivono numerose e vive comunità di cristiani ortodossi ed evangelici.
Abbiamo fatto tutti gli sforzi possibili per l’accoglienza della comunità e anche
per il sostegno del clero. Non ci sentiamo in concorrenza con loro, ma crediamo di
dovere al contrario sostenere la loro fede anche con la solidarietà concreta”. E qui
a Napoli gli esempi sono tanti, come il “dono delle nostre chiese in disuso alle comunità
ortodosse del Patriarcato di Mosca, di Costantinopoli e della Romania” o la “pubblicazione
di un Direttorio regionale sull’ecumenismo elaborato e firmato da tutte le denominazioni
cristiane in Campania”. Insomma sono tante le “iniziative che tendono a trasformare
una vicinanza in reale convivenza e in comune testimonianza di amore”, “non ostacolandosi
ma aiutandosi a vicenda nella testimonianza, gareggiando nelle buone opere. Perché
il compito che abbiamo davanti è vastissimo: anche le terre cristiane sono da evangelizzare
nuovamente”. Ma questo, secondo il porporato, “non è una disgrazia! Ogni generazione
va evangelizzata. Ma oggi abbiamo accanto a noi tanti fratelli e sorelle, credenti
in Cristo, con cui possiamo dare una comune testimonianza di fede, di speranza e di
carità”. (R.P.)