Kenya: preoccupazione dei vescovi per gli attacchi degli Shabaab somali
“Garissa è completamente bloccata, mentre continuano gli scontri. Tutta la popolazione
è chiusa in casa e non può uscire per comprare i beni necessari, nessuno può entrare
o uscire dalla città” dice all’agenzia Fides mons. Paul Darmanin, vescovo di Garissa,
nell’est del Kenya, al confine con la Somalia. “Gli scontri - spiega il vescovo -
sono scoppiati lunedì, quando un gruppo armato ha ucciso tre soldati che stavano percorrendo
le vie della città”. Secondo la stampa keniana, i tre militari facevano parte del
contingente dell’esercito keniano che opera in Somalia. “L’esercito ha immediatamente
circondato un’ampia zona della città alla ricerca dei colpevoli. Ne è nata una battaglia
che dura ancora, nel corso della quale è stato incendiato il mercato cittadino e diversi
negozi” prosegue mons. Darmanin. “Gli Shabaab somali avevano promesso che avrebbero
portato la guerra in Kenya, e sembra che stiano tentando di farlo” dice mons. Darmanin.
A Nairobi, nel quartiere abitato in maggioranza da somali, rimane alta la tensione
per gli scontri scoppiati a seguito dell’attentato al bus dove hanno perso la vita
almeno 9 persone, secondo l’ultimo bilancio. Mons. Darmanin sottolinea che a fare
le spese di queste tensioni “sono i somali di cittadinanza keniana, che sono visti
dagli altri keniani come sostenitori degli Shabaab. La situazione è molto complicata
e chiedo la preghiera di tutti” conclude Mons. Darmanin. (R.P.)