Colombia: per la prima volta in 50 anni tregua delle Farc, mentre a L'Avana proseguono
i colloqui di pace
Da ieri, per la prima volta da 50 anni, in Colombia tacciono le armi della guerriglia.
Dopo l’avvio, lunedì all’Avana, dei colloqui di pace con il governo di Bogotà, i ribelli
del Fronte Armato Rivoluzionario della Colombia hanno annunciato il cessate-il-fuoco
unilaterale fino al 20 gennaio prossimo, per favorire - hanno detto i vertici del
movimento - l’intesa. Il servizio di Francesca Ambrogetti:
Oltre alle
azioni militari, decisa anche la sospensione degli atti di sabotaggio. “Vogliamo facilitare
l’intesa” ha detto Ivan Marquez della delegazione delle Forze Armate Rivoluzionarie
della Colombia. Ma il ministro della difesa ha subito annunciato a Bogotà che il governo
non fermera’ l’offensiva. “Gli ordini sono sempre gli stessi: combattere i gruppi
illegali in tutto il territorio del paese”. Il presidente Juan Manuel Santos ha, del
resto, sostenuto di recente di non essere disposto a accordi bilaterali per cessare
il fuoco prima della fine del conflitto. E’ il quinto tentativo, quello in corso
nella capitale cubana, di chiudere il capitolo della lotta tra l’esercito e i guerriglieri
che da oltre mezzo secolo insanguina la Colombia. Sul tavolo delle trattative difficili
e complesse questioni e il percorso - e’ prevista una durata di dieci giorni - non
sara’ certo in discesa. Le Farc chiedono immunità e partecipazione politica. E anche
una riforma agraria in un Paese dove la concentrazione della terra in poche mani e’
tra le piu’ alte. La conclusione dei colloqui è attesa con speranza da molti settori
, mentre altri sostengono che l’unico risultato sarà quello di dare visibilità internazionale
al più antico dei movimenti della guerriglia in America Latina.