Francia. Manifestazioni pro famiglia. Mons. Jordy: cattolici e non, uniti in difesa
della ragione
Oltre centomila persone sono scese in piazza anche domenica scorsa a Parigi e nelle
più grandi città della Francia per protestare contro il progetto di legge sulle nozze
e adozioni gay. Per la seconda giornata consecutiva i manifestanti, cattolici e non,
si sono radunati per difendere la famiglia e il diritto dei bambini ad avere un papà
e una mamma. Il progetto di legge, approvato dal governo socialista del presidente
Hollande il 7 novembre scorso, deve affrontare ora il voto del Parlamento. Netta l’opposizione
della Conferenza episcopale francese. Xavier Sartre ha intervistato il vescovo
di Saint-Claude, Vincent Jordy:
R. – Si vous
regardez attentivement l’ensemble des prises de parole des évêques … Se esamina
attentamente l’insieme delle prese di posizioni dei vescovi di Francia, si renderà
conto del fatto che gli argomenti che utilizziamo sono argomenti che si fondano sulla
ragione, sono in primo luogo argomenti che ricordano che si andrà a cambiare la definizione
di matrimonio, e questo è assolutamente allucinante! La definizione di matrimonio
verrà cambiata solo per il 2,5 per cento della popolazione. In secondo luogo, si aprirebbero
discriminazioni assolutamente intollerabili. In base a quale criterio, ad esempio,
si deciderà che i bambini siano adottati da due uomini, da due donne, da un uomo e
una donna? Come si deciderà? E quale potrà essere la reazione dei bambini quando,
tra i dieci e i dodici anni, quando si sviluppa la consapevolezza di sé, si renderanno
conto che sia stato scelto per loro un tipo di coppia piuttosto che un altro? Riesce
a pensare ai problemi che ne nasceranno? E non parlo nemmeno dei problemi di carattere
psicologico, che già sono stati evidenziati dagli psichiatri infantili, ma molto più
semplicemente nell’ambito del diritto. Penso, insomma, che sia necessario essere estremamente
prudenti.
D. – Dunque, i vescovi francesi si sono opposti al progetto di legge
essenzialmente con motivi razionali …
R. – Ce qui me parait tout à fait pertinent
aujourd’hui c’est que … Quello che oggi mi sembra molto pertinente è che la Chiesa
è forse l’ultima istituzione in Occidente a difendere la ragione. E non è per caso
che non ci ritroviamo soli, in questo dibattito, perché si potrebbe pensare che la
Chiesa cattolica sia scesa in campo da sola. Altre religioni sono con noi, ma penso
anche ad altre realtà: la “Caisse d’allocation familiale” (Fondo per il sostegno alle
famiglie) ha espresso parere contrario; l’Associazione degli adottati di Francia ha
detto di no … Questo significa che non siamo un fronte di religiosi o di religioni,
né un fronte biblico, ma sono innanzitutto il buon senso e la ragione che ci spingono
ad esprimerci in questo modo. Come diceva Cartesio, il buon senso è la cosa più condivisa
al mondo. Non è sufficiente, però, solo avere buon senso: bisogna anche saperlo utilizzare.
E’ l’inizio del discorso sul metodo cartesiano, che ad alcuni farebbe bene rileggere
…
D. – Queste manifestazioni non sono state organizzate dai vescovi …
R.
– Les évêques n’ont pas rien fait. Pratiquement, 70 évêques … I vescovi non hanno
fatto niente. Praticamente, una settantina di vescovi hanno rilasciato dichiarazioni
su questa legge, dicendo il loro disaccordo e anche il perché del loro disaccordo,
chiedendo un dibattito più ampio, chiedendo anche di prendere in considerazione l’insieme
della problematica che questa legge implica e pone … Quindi, in un certo senso, quello
che il cardinale Vingt-Trois e noi vescovi abbiamo detto è che noi abbiamo fatto quello
che dovevamo fare: noi siamo i pastori e quindi abbiamo chiarito e dobbiamo chiarire,
abbiamo voluto aiutare a riflettere, abbiamo invitato a pregare … La Chiesa non è
dei vescovi, non è dei preti, non è dei diaconi permanenti: la Chiesa è l’insieme
dei battezzati cattolici che si riconoscono nella fede che proclamano, e questa è
una fede operativa. Siamo nell’anno della “Diaconia 2013”, e diaconia significa servizio
ai più deboli e ai più poveri, significa risvegliare l’attenzione della società su
questioni così importanti. Anche questo significa diaconia: il servizio alle persone.
Quindi, esiste la possibilità di manifestare, esiste la possibilità di scrivere ai
politici, c’è la possibilità di scrivere sulla stampa, esiste un’opinione pubblica
cattolica che ha il dovere di manifestarsi.