2012-11-17 07:30:30

Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica


In questa 33.ma Domenica del Tempo ordinario la liturgia ci propone il passo del Vangelo in cui Gesù parla ai discepoli degli ultimi tempi: il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Quindi aggiunge:

“Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo”.

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente emerito di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:RealAudioMP3

Siamo ormai verso la fine dell’anno liturgico, e nel Vangelo di oggi Gesù sembra provare gusto a parlare di stelle che si spengono e cadono, di cieli sconvolti e di sole nero che tutto oscura. È quello strano modo di parlare, abbastanza frequente nella Bibbia, che si chiama linguaggio apocalittico: parlando in questo modo non si vuole spaventare la gente, ma allertarla, perché non dimentichi che la storia non è infinita, ma verrà il tempo della chiusura, del giudizio e della manifestazione finale di Dio. È proprio su questa venuta sulle nubi del Figlio dell’uomo che Gesù insiste. Non una venuta per spaventare e annientare, ma per donare pienezza ad ogni germoglio di bene e di speranza che avremo coltivato. Gli angeli raduneranno gli eletti dai quattro venti, dice Gesù; e Daniele (nella prima lettura) spiega meglio: saggi e giusti saranno come stelle nel cielo. Il cielo dell’umanità santa non sarà vuoto né svuotato, ma sarà popolato di cuori che hanno trepidato e amato, di gente solidale che non ha perso la speranza, di veggenti che hanno saputo vedere e credere al compiersi della promessa. Liberiamoci dall’immaginario della paura e attendiamo fiduciosi il Signore che viene!







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